Una giornata memorabile di lotta, la grande maggioranza delle scuole chiuse, il popolo della scuola pubblica in piazza in venti città.

Una giornata memorabile di lotta, la grande maggioranza delle scuole chiuse, il popolo della scuola pubblica in piazza in venti città.

Decine di migliaia di docenti ed Ata nelle 13 manifestazioni convocate dai COBAS a Roma, Torino, Genova, Padova, Trieste, Firenze, Bologna, Pescara, Napoli, Cagliari, Palermo, Catania, Siracusa.

Nessun cedimento a Renzi: tutti i manifestanti hanno chiesto il ritiro totale del ddl della cattiva scuola. Guai a chi tradirà questa richiesta netta e plebiscitaria! E la lotta prosegue con lo sciopero contro i quiz Invalsi domani alle Elementari e il 12 alle Superiori.

Come avevamo facilmente previsto, oggi è stata una giornata memorabile per il popolo della scuola pubblica: la stragrande maggioranza delle scuole chiuse, una marea di docenti, Ata e studenti in piazza per il ritiro totale del Ddl della cattiva scuola renziana, per la cancellazione dei ridicoli quiz Invalsi e per un decreto immediato che assuma stabilmente i precari che da anni lavorano nella scuola. La stragrande maggioranza dei manifestanti ha detto chiaramente che vanno respinte le profferte di emendamenti a perdere da parte del governo e che il Ddl non è emendabile e va ritirato totalmente.

Con particolare forza questa posizione è stata espressa nelle12 manifestazioni regionali o provinciali indette dai COBAS con decine di migliaia di scioperanti in piazza, i 5 mila che hanno assediato a Roma prima il MIUR e poi il Parlamento (dove si discuteva il Ddl Renzi) e altrettanti a Cagliari, Catania e Napoli, i 10 mila di Torino e di Palermo, i 4 mila di Firenze e i 2 mila di Padova; ed altre migliaia a Genova, Bologna, Pescara, Trieste e Siracusa.

Ci auguriamo che i Cinque sindacati monopolisti - che si sono aggregati al nostro sciopero convocato da mesi e che, sfacciatamente, non hanno mai scritto un rigo né detto una parola sul fatto che lo sciopero fosse stato promosso dai COBAS (mentre loro contrattavano fino a ieri sul Ddl e ancor oggi accettano i quiz Invalsi) - non tradiscano la netta volontà popolare espressasi unanimemente oggi e non aprano alcuna trattativa disastrosa con il governo per qualche emendamento che non muterebbe il segno della cattiva scuola renziana. Il popolo della scuola pubblica ha detto in modo limpido che rifiuta il preside padrone che assume, licenzia, premia e punisce a sua discrezione; che considera i quiz Invalsi uno strumento distruttivo che squalifica la didattica e il lavoro docente; che vuole l’assunzione di tutti i precari che lavorano da anni nella scuola e che richiede massicci investimenti nella scuola pubblica e respinge ogni finanziamento alla scuola privata: e tutto ciò è totalmente incompatibile con il Ddl Renzi.

Per noi la lotta prosegue.Domani si svolgerà lo sciopero alle Elementari contro gli indovinelli invalsiani, mentre il 12 bloccheremo i quiz alle Superiori:in entrambi i casi abbiamo invitato docenti ed Ata ad organizzare nelle scuole Casse di resistenza che rimborsino il salario perso a chi sciopererà una seconda volta (dopo quella di oggi) per impedire lo svolgimento degli indovinelli. E dopo il 12, alla luce dei comportamenti del governo e degli altri sindacati, proporremo altre forme di lotta che impediscano, se il Ddl non venisse ritirato, una chiusura dell’anno scolastico in piena “pax renziana”.

 

Piero Bernocchi   portavoce nazionale COBAS

 

5 maggio 2015

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