LIBERI DI PENSARE la Cultura non ha padroni

La Regione Toscana e i singoli comuni

chiudono o accorpano istituti culturali, diminuiscono i servizi,

tagliano i finanziamenti e fanno sempre più ricorso al precariato e all'appalto al ribasso.

Dicono che per la cultura mancano i fondi pubblici.

 E' FALSO

I fondi pubblici vengono sprecati:

Tav e tramvie, stipendi dei rappresentanti politici e dei dirigenti dei servizi, auto blu, spese di rappresentanza, consulenze esterne, contributi a istituzioni private

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La Regione Toscana e i singoli comuni

fanno leggi, partecipano a convegni e iniziative per far sì che

fondazioni, aziende e altri soggetti privati,i nuovi mecenati

investano in progetti culturali.

Dicono che è necessario l'intervento dei privati per il bene della Cultura

E' FALSO

La cultura è un Bene Comune

e deve rimanere a gestione completamente pubblica.

I Mecenati proteggevano gli artisti per averne in cambio

la sudditanza intellettuale e l'esaltazione delle loro corti.

I privati fanno i loro interessi economici e non quelli collettivi

con il loro ingresso

le condizioni dei servizi e dei lavoratori  non potranno che peggiorare.

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NO ALL'INGRESSO DEI PRIVATI

LA CULTURA E' UN BENE COMUNE

 

 Cobas Pubblico Impiego

“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.

 Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.” 

Costituzione della Repubblica Italiana, art. 9

 

“La Regione persegue , tra le finalità prioritarie,

 la promozione dei diritti al pluralismo dell' informazione  e della comunicazione, dell'accesso alla cultura come bisogno individuale e valore collettivo”-

Statuto della Regione Toscana, art. 4

 

“Mancano” i fondi pubblici da destinare alla cultura. E l'Ente pubblico che fa?

1)     Continua ad investire in spese inutili: tav, tramvie, rapppresentanze, consulenze esterne, stipendi a dirigenti e politici, ristrutturazioni urbanistiche faraoniche, contributi a istituzioni private.

2)     Taglia i servizi: Istituti culturali chiusi, accorpati o a orario ridotto. A farne le spese sono i cittadini e i lavoratori. I cittadini, che a causa della grave crisi economica,  non possono più permettersi di accedere alle offerte culturali a pagamento e i lavoratori che perdono i loro posti, hanno stipendi da fame, diventano sempre più ricattabili e  sono costretti a rinunciare ogni giorno a parte dei loro diritti.

3)     Apre ai privati: aziende, fondazioni bancarie, imprenditori. Auspica un ritorno al mecenatismo. Affida la gestione di interi istituti a Fondazioni partecipate da Banche, aderisce a convegni con esponenti di Confindustria, Camere di Commercio, Associazioni economiche, per creare sinergie.  Promulga leggi (la n. 45/2012 della Regione Toscana impugnata nel settembre 2012 dal Consiglio dei Ministri), si appella ad articoli dei Testi Unici e  presenta progetti (Comune di Firenze, Fund4Art, novembre 2012) per far sì che i privati che investano in cultura abbiano sgravi fiscali.

 I privati

perseguono il loro interesse e non quello della collettività.

Ogni volta che sono intervenuti hanno tagliato i servizi e licenziato i lavoratori.

 I privati

vogliono controllare la cultura

 i mecenati mantenevano gli artisti

per averne in cambio la sudditanza intellettuale e l'esaltazione delle loro corti.

NO ALL'INGRESSO DEI PRIVATI

LA CULTURA E' UN BENE COMUNE

Cobas pubblico impiego

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