Finalmente un pò di giustizia per i lavoratori della Fondazione La Pelucca
In data 30 aprile 2009 è stata depositata la sentenza del Giudice del Lavoro del Tribunale di Monza sul ricorso per comportamento antisindacale (art. 28 Legge 300/70) promosso dalla Confederazione COBAS contro la Fondazione La Pelucca.
Il Giudice del lavoro nella sentenza riconosce il comportamento antisindacale della Fondazione in ordine ai seguenti punti:
a) violazione dell’accordo 11.2.2004 siglato dalla RSU e OO.SS. (Cgil-Cisl) che prevedeva l’applicazione del Contratto di lavoro EE.LL. ai nuovi assunti.
In relazione a questo punto il Giudice ha disposto l’inquadramento del personale assunto dopo il 1.10.2008 con il CCNL degli EE.LL.
a)
b) Nel divieto opposto alla RSU di svolgere la sua attività anche presso la nuova Casa di Riposo di via Boccaccio.
c) Nel divieto opposto alla RSU e all’Associazione COBAS a partecipare alle trattative inerenti il personale neo-assunto e inquadrato con il contratto UNEBA.
d) Nell’omissione di informazioni relative alla struttura di via Boccaccio al Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS)
Per questi tre punti il Giudice ha dichiarato cessata la materia del contendere in quanto la Fondazione ha riconosciuto in sede di udienza le prerogative sindacali sia dell’attuale RSU che del RLS.
Nella motivazione infatti il Giudice sostiene “ … Quanto ai punti b) e c), gli stessi sarebbero fondati anche indipendentemente dalla motivazione che precede; fino ad elezioni di nuova RSU, quella presente mantiene infatti tutti i suoi diritti in relazione a tutte le dipendenze della resistente, la sua rappresentatività non potendo venir meno per il fatto che, in epoca successiva, la datrice di lavoro abbia di propria iniziativa deciso di applicare ad alcuni lavoratori un diverso CCNL che imporrebbe diverse regole di rappresentanza …”
Sul punto, come pure sul punto d) (comunque assorbiti dal punto a) è comunque cessata la materia del contendere, la resistente avendo riconosciuto le prerogative dell’attuale RSU e del RLS.
La sentenza respinge quindi unicamente la richiesta di antisindacalità della Fondazione solo in relazione alla nomina unilaterale degli attuali coordinatori dei servizi che ha provocato il demansionamento di due lavoratrici per difetto di motivazione.
Una sentenza giusta ed importante dunque, che noi consideriamo importante soprattutto per i lavoratori della Fondazione e che dimostra che le nostre richieste erano tutt’altro che velleitarie.
La scelta di applicare l’UNEBA aveva un solo scopo: scaricare sui lavoratori la riduzione dei costi dell’assistenza. Come si potrebbe infatti definire la scelta di differenziare lavoratori che con compiti e mansioni identiche percepiscono salari nettamente diversi (30% in meno di salario, 10 giorni in meno di ferie)?
Come dimostra la sentenza, la scelta di applicare un contratto diverso non è stata utilizzata solo per ridurre i costi, ma anche per impedire alla Confederazione COBAS, che nella Fondazione La Pelucca è il sindacato maggiormente rappresentativo (4 dei 6 delegati RSU sono stati eletti nella lista COBAS) e alla RSU di svolgere attività sindacale nella Casa di Riposo di via Boccaccio. Ai delegati della RSU - non considerata rappresentativa - infatti era stato persino impedito di potere avere una bacheca sindacale nella sede di via Boccaccio, di poter distribuire i volantini e persino di parlare con i lavoratori. E ovviamente alla Confederazione COBAS era stato negato di partecipare alle trattative sugli istituti contrattuali dei nuovi assunti.
Dopo questa sentenza noi pensiamo che siano in tanti a doversi interrogare.
La Fondazione in primis, che col suo comportamento ci ha obbligato a dover ricorrere alla via legale proprio perché continua a non essere in grado di gestire correttamente le relazioni sindacali. La riprova evidente di quanto sopra è l’astioso comunicato con cui si da notizia della sentenza.
Le OO.SS. firmatarie insieme alla RSU dell’accordo del 2004, che niente hanno fatto per garantire i diritti ai lavoratori penalizzati, riconosciuti dalla sentenza del Giudice di Monza, opponendosi all’abuso consumato dalla Fondazione. Avrebbero potuto farlo ma HANNO SCELTO DI NON FARLO e questo vuole pur dire qualcosa.
Il Sindaco del Comune di Sesto San Giovanni, che può contare sulla maggioranza di nomina Comunale del Consiglio di Amministrazione della Pelucca, ha lasciato mano libera alla Fondazione per decidere sul destino dei lavoratori, nonostante le proteste delle OO.SS. (CISL e COBAS). Il Sindaco ha sostenuto che l’Amministrazione Comunale non potrebbe sopportare gli oneri dell’applicazione contrattuale degli Enti Locali e che le attuali tutele contrattuali vanno considerate le massime possibili. Una scelta grave ed inaccettabile perché un servizio pubblico non può essere gestito nella logica della privatizzazione e della discriminazione contrattuale.
Non è sulla pelle dei lavoratori che si possono risanare i bilanci.
CONFEDERAZIONE COBAS
Sesto San Giovanni 2.05.2009