TELECOM ITALIA : VIA LA CONFUSIONE.

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Le vicende di Alitalia di queste ore ci fanno capire innanzitutto quanto marcio, inefficace, inutile e distante sia il sistema politico istituzionale dai problemi reali del Paese.

Alitalia ai Russi nella eventualità di una fuga “AIR FRANCE-KLM” e una piccola partecipazione Poste, soldi cioè dei piccoli risparmiatori gestiti dalle fondazioni che finiscono nelle mani delle Banche.

Che speranza abbiamo quindi in Telecom Italia di affrontare e risolvere a nostro vantaggio una situazione che E’ MENO DRAMMATICA di quella ALITALIA?

Per darci una risposta è necessario però evitare la confusione.

1 – Via la prima confusione : CHI FA LA LEGGE ?

Siamo Realisti. Se la risoluzione del Problema deve venire spontaneamente da dentro i palazzi del potere, beh allora siamo certi del fatto che non avremmo alcun provvedimento economico-legislativo a favore dei lavoratori delle lavoratrici e a tutela degli Asset Strategici delle Telecomunicazioni.  Tutti gli ultimi provvedimenti istituzionali ( centrali o locali ) sono volti a tutelare il sostegno alle Banche che sono dentro le imprese, le speculazioni finanziarie ed edilizie, al distruzione del territorio a favore di altre banche e altri imprenditori.

Il tutto BI-PARTIZAN.

La modifica legislativa sul diritto all’OPA e sulla GOLDEN POWER sono la solita soluzione all’italiana che prova a risolvere il problema con il rischio di fare più danno. Le proposte di emendamenti presentate e votate nelle settimane scorse, pur rappresentando un passo avanti sono però limitate al solo segmento della rete. Per ora.

2 –Via la seconda : RETE PUBBLICA ? Principianti.

La Rete Pubblica è UNA MISTIFICAZIONE DEL PROBLEMA. Innanzitutto la RETE di ACCESSO – CIOE’ OPEN ACCESS non fa COMUNICAZIONE. E’ IL NETWORK il cuore del problema, sono le dorsali, le Centrali, I NODI ANG, MSAN, NGAN, e tutta la parte INFORMATICA dell’IT.

Il fatto quotidiano,giorni fa, pubblica una dichiarazione dell’ANCI di FIRENZE in cui si afferma con una certa semplicità che invece di acquistare la RETE DI TELECOM, CONVERREBBE cablare una nuova rete in Fibra Ottica, tutta nuova. COSTO 14 MILIARDI che potrebbero spendere i Comuni d’ITALIA. Si tratta di una  sciocchezza. Non perché non sia possibile tecnicamente (tra l’altro in Italia già avviene in parte che i comuni intervengano per la realizzazione delle infrastruttura dato che Telecom Non fa Beneficenza), ma semplicemente perché creerebbe il DOPPIONE di una rete che comunque per parlare avrà sempre bisogno delle dorsali di Telecom, della sua interconnessione, delle sue centrali.

Oggi, TELECOM ITALIA, Affitta sale delle proprie centrali Telefoniche agli altri operatori che non sono in grado di costruire una propria RETE DI COMMUTAZIONE sulla TELEFONIA FISSA. Sarebbe paradossale cablare una NUOVA RETE DI ACCESSO, con soldi pubblici, per poi dover PAGARE LA CONNESSIONE (con altri soldi pubblici o soldi degli utenti/clienti) alle banche e ai fondi stranieri per parlare da Roma a Trieste.

L’intervento quindi per LO SCORPORO DELLA RETE, NON E’ RISOLUTIVO, E’ PARZIALE e SOPRATTUTTO NON FA NE’ LIBERO MERCATO NE’ TUTELA I COSIDDETTI INTERESSI DEL PAESE, dato che le comunicazioni circolano su un pezzo di Network a Monte della rete OPEN ACCESS.  Infatti, quando il GOVERNO, I GIORNALI, GLI ESPERTI DEL SETTORE DICONO: “Ci vuole un intervento che tuteli l’ASSET STRATEGICO, REGOLI IL MERCATO E DIFENDA LA SICUREZZA delle Comunicazioni nel nostro Paese”, delineano un intervento gigantesco in Termini Economici che non ha ne capo ne coda. Si tratterebbe di Realizzare una nuova AZIENDA con circa 25/30.000 persone che tenga dentro tutte le funzioni di NETWORK, OPEN ACCESS, INFORMATION TECNOLOGY (gia oggi azienda del Gruppo), pezzi delle comunicazioni internazionali (TI SPARKLEE ), della SECURITY ecc.

 Terrebbe fuori tutte le funzioni di CARING, cioè il mercato, le funzioni amministrative sia di DG che di Territorio. Per Non parlare poi di TELECONTACT CENTER – TCC azienda del Gruppo che lavora come CALL CENTER con personale PART-TIME a basso costo. Un taglio netto di 20.000 posti di lavoro ( come ordine di grandezza ), NEL SENSO CHE TUTTE QUESTE PERSONE sarebbero esposte alle leggi del mercato del lavoro e necessiterebbero un ULTERIORE INTERVENTO PUBBLICO per il sostegno al reddito.

 

3 – Via la terza : NON CI SONO I SOLDI….( F35, TAV, CASTA e STIPENDI D’ORO, INTERVENTO STATALE per le BANCHE…)

Altra affermazione che crea confusione. I SOLDI CI SONO, basta volerli tirare fuori. E bastano poche cifre per far capire la POSSIBILITA’ di una tale operazione.

Telefonica assume il Controllo di TELCO (Arrivando a controllare il 22% dell’Azienda) con una operazione di circa 950 Milioni di Euro. Con altri Milioni di Euro il FONDO AMERICANO BACKROCK è passato dal 2,8 % al 5,1 e il FONDO FINDIM (della Famiglia FOSSATI, fondatori dell’impero alimentare STAR, proprietari di Banche ELVETICHE) al 5,004 %. Se a queste cifre aggiungiamo che IL DEBITO è attualmente a 28,9 miliardi di euro mentre nel 2005 si attestava a  39,8 miliardi, che  l’ultima cedola staccata agli azionisti nell’aprile 2013 fu di in diminuzione rispetto all’anno precedente ma pur sempre di tutto rispetto - 2 centesimi per azione ordinaria (contro i 4,3 nel 2012) e 3,1 cent per le azioni risparmio (contro i 5,4 nel 2012) – si capisce che per uno Stato puntare al controllo della società sarebbe un gioco da ragazzi.

Addirittura – se volessimo immaginare una posizione moderata, potremmo affermare che sarebbe sufficiente una presenza minima nel CDA per garantire controllo e influenza sulle scelte strategiche e occupazionali.

UNO SGUARDO AL TOTALE DELLE AZIONI TELECOM SUL MERCATO  PER FARE DUE CALCOLI

Azioni Ordinarie 13.417.043.525 € 7.379.373.938,75    
Azioni Risparmio 6.026.120.661 € 3.314.366.363,55    
Totale sottoscritto e versato 19.443.164.186 € 10.693.740.302,30    

(i calcoli sono sul Valore nominale 0,55 euro) Mentre il valore sul mercato delle azioni è oggi (1 nov. 2013 ) 0,71 euro.  

Capite bene che se i COMUNI DELL’ANCI avessero 14 Miliardi da Spendere…paradossalmente potrebbero comprarsi il grosso delle azioni disponibili sul mercato e partecipare così alle sorti di una AZIENDA che comunque sta investendo nella realizzazione della Rete di Nuova Generazione e che prima o poi comincerà a tirare le fila dei propri investimenti.

Certo tali investimenti sono ben lontani dagli standard europei, ma se la riduzione del DDW Italiano è ancora a cifre irrisorie è perchéle società di mercato telecomunicazioni hanno investito poco e in ritardo con l’unico obiettivo di estorcere soldi allo STATO per le nuove tecnologie, nella migliore TRADIZIONE DEL CAPITALISMO ITALIANO, sempre assistito dai FINAZIAMENTI PUBBLICI.

5 – La POSIZIONE DEI SINDACATI CONFEDERALI

La posizione dei sindacati confederali è inutilmente conflittuale. Non c’entra il nodo del problema, non entra nel merito delle scelte industriali dell’Azienda e richiede interventi che il Governo non vuole fare.

SLC-FISTEL-UILCOM-UGL fanno di più: nel marzo 2013 sottoscrivono un accordo generale con TELECOM ITALIA, con il quale rinnovano GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI per ¾ dell’Azienda e rivisitano tutta l’organizzazione del lavoro, riducono il salario attraverso il mancato pagamento dei premi di produzione e degli straordinari. In cambio ottengono GENERICHE GARANZIE che sventino la SOCIETARIZZAZIONE di TELECOM per almeno un anno. Giornalisti di mestiere faranno rilevare che il costo dell’operazione pagherà i dividendi degli azionisti.  Pochi mesi più tardi, i lavoratori e le lavoratrici si trovano a subire la riorganizzazione con pochi strumenti contrattuali per arginarla, la “tegola” TELEFONICA, fa scoprire all’intero Paese che le PRIVATIZZAZIONI sono state un BLUFF, fatte male e controproducenti.

Non troviamo traccia nei loro siti di una posizione o di un progetto che gli dovrebbe competere, rappresentando non solo gli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici ma anche un pezzo di società. In altri momenti della battaglia sindacale hanno sempre sostenuto pubblicamente che non era loro competenza entrare nel merito delle scelte aziendali, proprie di una società privata e delle regole di mercato. Una tale assenza oggi pesa come un macigno soprattutto se accompagnata agli accordi e ai rinnovi contrattuali che hanno di fatto eliminato qualsiasi tutela ai lavoratori e alle lavoratrici non solo di TELECOM ITALIA, ma anche di tutto il SETTORE. Nei primi incontri e colloqui con l’AD PATUANO è emerso che l’unico elemento positivo è stato quello legato alla “ conferma degli impegni assunti con la firma dell’accordo del 27 marzo u.s”.

LA CISL – FISTEL oltre a ricordare che “….il ruolo del sindacato in questi anni è stato di grande responsabilità sottoscrivendo accordi difficili…” sostiene che “… Abbiamo molte perplessità e solo le garanzie del Governo nel confronto con Telefonica possono dare certezze al futuro dell’Azienda e dei lavoratori se ben negoziate ed esigibili nel tempo.” In un'altra dichiarazione sostengono  “comporti piani industriali che taglino l'occupazione, al tema dello scorporo e della proprietà della rete che per noi rimane una priorità assoluta. È un bene di interesse strategico e va tutelato" . Non è chiara la posizione della CISL sullo scorporo della RETE, o meglio non troviamo traccia di una dichiarazione completa ed esaustiva come avviene per  gli altri sindacati…certo è che gli ultimi scandali sugli AFFARI CISL – PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ci fanno pensar male

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/10/29/in-edicola-sul-fatto-del-30-ottobre-tutti-affari-della-cisl-e-di-bonanni-con-pa/251439/

LA SLC  Il segretario AZZOLA sostiene che “....si aggiunge la necessità di un intervento diricapitalizzazione di Telecom, necessario per garantire gli investimenti e mettere in tranquillità la situazione finanziaria dell’azienda rispetto ai rischi di declassamento del debito, da realizzarsiattraverso la partecipazione di Cassa Depositi e Prestiti per superare l’anomalia italiana che vede lo Stato assente da un settore strategico le decisioni sul quale sono fondamentali per gli interessi del Paese.”

Il documento di 17 pagine datato 8 OTTOBRE 2013 che in un certo senso sostiene questa posizione, però, auspica l’intervento del FONDO di VITO GAMBERALE che è interno alla CDP.

Se quindi tale posizione rappresenta un leggero passo avanti rispetto a quanto sostenevamo nel MAGGIO 2013, con la relazione TELECOM ITALIA UNICA E PUBBLICA, c’è ancora troppo marcio e soprattutto troppo privato e poco coraggio. Infatti non esiste alcuna dichiarazione pubblica di una certa rilevanza, ma solo articoli per gli addetti ai lavori e i comunicati scritti rappresentano comunque una ACROBAZIA SINDACALE PER NON PRONUNCIARE MAI PAROLE CHIARE.

La UILCOM …è la prima a dichiararsi contraria allo SCORPORO DELLA RETE. Evviva. Lo dice ora. Non lo diceva a Fine maggio quando TELECOM e BERNABE’ fecero la PROPOSTA di cessione di OPAC – OPEN ACCESS a Cassa Depositi e Prestiti. Oggi ci dice che “….E’ importante percorrere la strada della ricapitalizzazione, conservando gli asset in Brasile ed Argentina e con l’obiettivo di mantenere in Italia l’attuale perimetro aziendale garantendo tutti i lavoratori, compresi quelli dei Customer, di tutte le aree Commerciali, dell’Informatica e dei Servizi". Bene …ma come ?

LA UGL nella audizione commissione TRASPORTI e TLC dice  "…..la priorità assoluta sia garantire l'integrità del gruppo Telecom senza che mani occulte possano disarticolare una grande ricchezza della nostra economia nazionale, convinti che il nostro paese possieda le risorse per garantire la continuità di una importante e fondamentale realtà come Telecom Italia….”

I LAVORATORI E LE LAVORATRICIIL TEATRINO SINDACALE E’ QUINDI COMINCIATO.  Considerato che ad oggi le 4 OO.SS. che abbiamo appena tirato in ballo rappresentano cmq la maggioranza dei lavoratori e lavoratrici sindacalizzate, possiamo immaginare tutto lo svolgimento dell’opera :

ATTO PRIMO -  COMUNICATI CONTRO IL GOVERNO E PREOCCUPAZIONI espresse nei confronti del CDA e del suo Piano industriale

ATTO SECONDO – Incontri con il Governo e le Commissioni

ATTO TERZO – Attesa per le scelte Aziendali, che potranno avvenire anche dopo il CDA del 7 Novembre.

ATTO QUARTO - Assemblee, Sciopero Nazionale e Manifestazione a Roma.

FINALE : Solo se i lavoratori e lavoratrici saranno capaci di mettere via la rassegnazione, la scontatezza, l’incapacità di guardare avanti e immaginare un futuro differente, l’immobilismo, potremo avere più di una possibilità per modificare il finale di un’opera grottesca e poco divertente.

Sarà necessario farlo nelle assemblee dei sindacati confederali, prendere la parola portare i documenti e le cartoline di Telecom Italia Unica e Pubblica,partecipare alle future iniziative(in numero molto maggiore dello sciopero del 18 Ottobre dove cmq aderì un 5 % medio nazionale di tutto rispetto considerata la scarsa conflittualità della nostra categoria).

Roma 3 Novembre 2013

 Alessandro Pullara – RSU DELLA LISTA DI BASE CUB COBAS di ROMA

 

SI RICORDA CHE SULLA PAGINA FB   -   https://www.facebook.com/TelecomItaliaUnicaePubblica?ref=ts&fref=ts

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PER UNA SOCIETA' DEI BENI COMUNI

Una giornata di dibattito sul libro di Piero Bernocchi
OLTRE IL CAPITALISMO
Discutendo di benicomunismo, per un’altra società.

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