BASTA SACRIFICI PER I LAVORATORI VOGLIAMO LO SBLOCCO IMMEDIATO DEL CONTRATTO NAZIONALE
- Se l’austerità ha trovato giustificazione in una fase di particolare emergenzialità per contenere il deficit pubblico all’interno dei parametri del 3% in rapporto al PIL ed evitare la procedura d’infrazione, è altrettanto vero che tale politica ha innescato un processo tendenziale alla recessione economica, diminuendo la capacità di spesa dei lavoratori e dei pensionati, determinando una forte compressione della domanda con effetti esiziali verso le imprese (e all’indotto commerciale) vocate a prodotti finalizzati ai consumi interni.
Infatti, è noto che le imprese mirate all’export presentano un saldo tutto sommato positivo, contrariamente a quelle finalizzate alla produzione di beni e servizi destinati al consumo interno. Atteso che tale politica, unitamente alla stretta creditizia, ha provocato un “vulnus” drammatico nel tessuto connettivo della micro, piccola e media impresa, con un effetto a cascata su occupazione, risparmio e reddito, in sostanza un impoverimento del ceto medio e medio-basso, occorre superare l’emergenza con provvedimenti espansivi.
- Di conseguenza, continuare a perseguire la politica dei tagli indiscriminati e della compressione dei salari (pubblici) non può che aggravare la crisi, (la crescente disoccupazione determina meno entrate fiscali per lo Stato e meno entrate per le casse Previdenziali) alimentando la spirale di pauperismo e di distruzione di quel tessuto imprenditoriale che ha sempre costituito elemento di coesione sociale e di produzione di ricchezza.
- Per tali motivi, i COBAS chiedono al Governo una rapida inversione di tendenza, adottando politiche espansive, abbandonando la strada dell’austerità ottusa e l’idea di fronteggiare la crisi occupazionale con sgravi fiscali alle imprese e aiuti di vario tipo, anche legislativi che non risolvono, ma anzi aggravano: un’impresa assume se c’è domanda e non perché c’è l’aiutino o aiutone.
- Nella fattispecie, i lavoratori pubblici (3 milioni e 400.000 unità), con i contratti bloccati al 31 dicembre 2009, col congelamento del salario accessorio alle risorse complessive dell’anno 2010, col blocco dell’Indennità di Vacanza Contrattuale, con i tassi d’inflazione nel triennio 2010 – 2012 pari al 7,2%, hanno perso fino ad ora, mediamente tra i 4.000 e i 5.000 euro pro-capite, con relativa ricaduta sul calcolo pensionistico e TFS/TFR anche perché non è previsto nessun recupero per il pregresso. Continuare su questa strada, oltre a provocare le conseguenze su descritte, sta portando i dipendenti pubblici ad uno stato di prostrazione e sfiducia che non può che tradursi rapidamente in duro conflitto con il governo.
- La Corte dei Contiha quantificato i costi della corruzione in Italia in circa 60 Miliardi di Euro (la Pubblica Amministrazione ha mosso 105 Miliardi nel 2012 in appalti per Opere pubbliche e forniture di beni e servizi – dati dell’Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici, ora, purtroppo decapitata per l’accusa di corruzione), mentre la macro evasione fiscale vale almeno 150 Miliardi a cui se si aggiungono gli sprechi (dalle consulenze d’oro alla non adozione dei costi standard, all’acquisto di derivati, agli appalti e subappalti) si determinano dati “monstre” su cui il governo dovrebbe affondare il bisturi per trovare le risorse necessarie per risanare i conti pubblici, contenere il deficit e rilanciare la domanda. Sempre in tema di spesa pubblica, iCOBASnon sposano l’affermazione dell’ex ministro Mario Mauro secondo il quale“si vispacem para bellum”per giustificare l’acquisto dei famigerati F35. E’ una questione di scelte, su cui ci permettiamo di mettere il naso, sia per questioni di visioni di fondo, sia perché sono in ballo soldi pubblici, ottenuti dai sacrifici dei cittadini con una ipertassazione e dure rinunce in termini di riduzione del reddito e l’aumento esponenziale del costo della vita.
In conclusione, iCOBASchiedono l’immediata apertura della trattativa per il rinnovo deiContratti Nazionali,l’immediato sblocco degli automatismi stipendiali e del salario individuale dei lavoratori, il superamento della legge Brunetta in relazione all’utilizzo del 50% dei risparmi/economie conseguiti dagli Enti, tramite processi virtuosi di riorganizzazione, di tagli agli sprechi e di raggiungimento di obiettivi anche con internalizzazione di opere e servizi ora dati all’esterno; assunzione del precariato a tempo indeterminato là dove rappresenta una risorsa e un fabbisogno necessario all’attività continuativa dei compiti d’istituto; il superamento del blocco del turnover che ha significato, a fronte di una diminuzione degli organici, con la perdita di almeno 120 mila posti di lavoro nel comparto scuola (tra docenti e Ata) e diverse decine di migliaia negli altri comparti pubblici, un aumento dei carichi e dell’attività lavorativa sul personale, con un peggioramento della qualità dei servizi erogati.
COBAS PROVINCIA DI ROMA