Nella prima giornata di sciopero cresce il boicottaggio dei quiz Invalsi malgrado l’intervento illegale e autoritario di tanti presidi-padroni
Contro la scuola-quiz e la scuola miseria, lo sciopero prosegue domani 7 maggio alle elementari e infanzia e il 13 alle medie e superiori
A Roma questa mattina sit-in al MIUR e incontro con i responsabili del Ministero
Con la spinta della neo-ministra Giannini che, malgrado gli insuccessi dei suoi predecessori, insiste diabolicamente con gli indovinelli per giudicare scuole e docenti, è ripartita oggi l’insulsa e distruttiva macchina dei quiz Invalsi.
E, per fermare la protesta di docenti ed Ata, sono ripartiti anche gli abusi e le illegalità di tanti presidi-padroni, che hanno minacciato insegnanti e genitori (che volevano lasciare i figli a casa), sostituito docenti in sciopero, cambiato gli orari dei quiz, accorpato classi, non rispettato le decisioni di tanti Collegi docenti ostili agli indovinelli: e purtroppo anche un certo numero di insegnanti (?) si sono prestati alla sostituzione di colleghi/e in sciopero. Ciò nonostante in tante scuole l’adesione allo sciopero è stata altissima, molti istituti sono stati chiusi, almeno il 20% delle classi ove si dovevano tenere i quiz sono state coinvolte dal boicottaggio congiunto di docenti, Ata e genitori, e in tante classi i quiz, dopo minacce ed abusivi Ordini di servizio, si sono svolti con un numero ridicolo di alunni/e presenti. Dunque, il tentativo della neo-ministra, incurante della valanga di critiche giunte al MIUR anche dall’interno del gruppo fondante degli “invalsiani” (vedi l’attacco frontale al Ministero sferrato dalla Fondazione Agnelli, prima grandefandell’Invalsi), malgrado le minacce di presidi-pretoriani e l’aiuto inqualificabile di qualche manipolo di docenti “collaborazionisti” è destinato al fallimento.
Questo hanno ripetuto oggi a Roma, sotto le finestre del MIUR e poi in un incontro con i responsabili del Ministero, anche i tanti docenti, Ata, genitori e bambini che hanno riempito la gradinata e la zona circostante con una manifestazione gioiosa, colorata e divertente ma anche serissimamente arrabbiata contro una politica scolastica catastrofica che sembra intenzionata a proseguire ed aggravare l’immiserimento materiale e culturale della scuola. Altro che il “forte rilancio” promesso dal nuovo Grande Imbonitore Renzi: il governo vuole realizzare la “piena eguaglianza” tra scuola privata e pubblica, tagliare un anno di scolarità e quindi un’altra cospicua parte di spese per l’istruzione pubblica (già ridotte del 30% negli ultimi 20 anni), cancellare gli scatti di anzianità e bloccare per altri sei anni contratti e salari nella scuola e in tutto il PI.
Ricordiamo quindi che gli scioperi – che proseguiranno domani 7 maggio ancora nella scuola dell’infanzia ed elementare e il 13 nelle medie e le superiori - sono promossi anche per restituire a docenti ed Atagli scatti di anzianità e 300 euro mensili di aumento come parziale recupero del salario perso negli ultimi anni, per dire NO ai soldi alle scuole private, alla riduzione di un anno della scolarità, ai BES, alle classi-pollaio; per massicci investimenti nella scuola pubblica, per l’assunzione stabile dei docenti ed ATA precari e la definitiva garanzia del mantenimento del ruolo docente per gli “inidonei”, per il pensionamento immediato dei Quota 96.
Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS
6 maggio 2014