EMERGENZA CORONAVIRUS!
ANCORA INADEGUATA L’INIZIATIVA AZIENDALE PER LA MESSA IN ESSERE DI ATTI E PROCEDURE IDONEE A TUTELA DELLA SALUTE E SICUREZZA DI TUTTI LAVORATORI DIRETTAMENTE COINVOLTI IN SERVIZI ALLA PERSONA. DIFFIDA!
Al Direttore Generale USL Toscana Centro
Dr Morello
Facendo seguito alla circolare del Ministero della Salute del 22 Febbraio 2020 e visti i crescenti casi di infezione da COVID-19, dichiarata dal Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale, in qualità di delegati RSU COBAS P.I. e come Federazione COBAS P.I. siamo a richiedere
una immediata verifica della situazione organizzativa e preventiva della nostra azienda in materia di salute e sicurezza di tutti i luoghi di lavoro, delle dotazioni strumentali e dei dispositivi previsti e conformi alla normative in vigore nonché, una adeguata informazione e una procedura ben dettagliata che tenga delle condizioni e delle caratteristiche specifiche che ogni operatore deve svolgere nel suo lavoro tenendo conto della vastità del territorio su cui è ubicata l’azienda: con una superficie di 5000 Kmq e 1.500.000 di assistiti con oltre 14.000 lavoratori , 13 ospedali, 220 strutture territoriali, 8 Zone Distretto e 7 Società della Salute oltre alle varie criticità aziendali, quali:
- carenza di personale
– carenza di approvvigionamento DPI idonei
– revisione dell'appalto sulle pulizie per garantire maggiori passaggi giornalieri
– realizzazione di zone pre-filtraggio per l'accesso ai DEA o per gli accessi diretti all'U.O. di Malattie Infettive
– tutela degli operatori addetti al TRIAGE in DEA e di tutti i Pronto Soccorso (ostetrici, pediatrici ecc)
– tutela dei lavoratori nei punti prelievo, dei distretti e dell’assistenza territoriale
– tutela dei lavoratori dei servizi domiciliari
– tutela dei lavoratori dei CUP e FRONT OFFICE
– tutela dei lavoratori della Prevenzione
– tutela dei lavoratori Tecnico Sanitari delle diagnostiche, analitico strumentali, riabilitative
– tutela dei lavoratori dell’area assistenza sociale
– tutela degli accessi incontrollati a cominciare dai presidi ospedalieri fino alle altre strutture di parenti e di cittadini
Secondo uno degli scenari possibili delineati dal Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC), non è escluso che il numero dei casi individuati in Europa possa aumentare rapidamente nei prossimi giorni e settimane, inizialmente con trasmissione locale sostenuta localizzata, e, qualora le misure di contenimento non risultassero sufficienti, poi diffusa con una crescente pressione sul sistema sanitario.
Facendo sempre riferimento alla circolare ministeriale, a cominciare dal trasferimento con mezzi del 118, viene ordinato che il personale sia dotato di adeguati DPI, nonché questi siano previsti anche per il paziente trasportato; il mezzo utilizzato per il trasporto deve essere immediatamente decontaminato dopo il trasporto, in tal senso giova ricordare sulla base dell’art. 71 Dlgs 81/2008 tutti gli obblighi di legge in capo al datore di lavoro in materia di salute e sicurezza ai quali l’azienda è tenuta a sottostare
In che modo l'azienda ha previsto tutto questo?
Per quanto riguarda l' accesso ai DEA la circolare del Ministero ordina che è necessario prevedere un percorso immediato e un’area dedicata per il triage per evitare il contatto con gli altri pazienti. Il paziente con sospetto COVID-19/polmonite va indirizzato al Dipartimento di Malattie infettive, indossando sempre la maschera chirurgica anche durante procedure diagnostiche. Nella gestione del caso, l’operatore sanitario deve: - essere dotato di idonei DPI; - seguire le corrette procedure di disinfezione e smaltimento rifiuti.
Chiediamo all'azienda:
Quali sono le zone di triage dedicate? A tutt'oggi non sono state individuate!
Qual è il percorso dedicato dei pazienti che hanno accesso diretto al Dipartimento di Malattie infettive?
È stato previsto un programma di sanificazione immediata del percorso (ascensori, corridoi,..) dopo il passaggio del paziente?
Recita la circolare del Ministero della Salute che in letteratura diverse evidenze hanno dimostrato che i Coronavirus, inclusi i virus responsabili della SARS e della MERS, possono persistere sulle superfici inanimate in condizioni ottimali di umidità e temperature fino a 9 giorni. Un ruolo delle superfici contaminate nella trasmissione intraospedaliera di infezioni dovute ai suddetti virus è pertanto ritenuto possibile, anche se non dimostrato.
A causa della possibile sopravvivenza del virus nell’ambiente per diverso tempo, i luoghi e le aree potenzialmente contaminati devono essere sottoposti a completa pulizia con acqua e detergenti comuni prima di essere nuovamente utilizzati.
A tutt'oggi la ditta in appalto delle pulizie pare seguire lo stessa procedura in atto prima di questa emergenza sanitaria! Deve essere previsto un aumento dei passaggi di sanificazione nelle varie unità operative, sia nelle ore diurne che in quelle notturne preventivando emergenze nelle quali deve essere attivato un reperibile delle pulizie.
Oppure l'azienda crede ancora che basti quel ''piccolo KIT di sanificazione d'emergenza'' di cui ha dotato tutti i reparti e che dovrebbe essere utilizzato dal personale sanitario in servizio??
E' stato previsto un aumento delle stanze dedicate all'isolamento?
Il Ministero richiede che i casi confermati di COVID-19 devono essere ospedalizzati, ove possibile in stanze d’isolamento singole con pressione negativa, con bagno dedicato e, possibilmente, anticamera. Qualora ciò non sia possibile, il caso confermato deve comunque essere ospedalizzato in una stanza singola con bagno dedicato e trasferito appena possibile in una struttura con idonei livelli di sicurezza. Si raccomanda che tutte le procedure che possono generare aerosol siano effettuate in una stanza d’isolamento con pressione negativa.
E' stato previsto tutto questo? Sono state individuate le stanze dedicate all'isolamento? A tutt'oggi in alcuni DEA esiste una sola stanza a pressione negativa... e se i casi sospetti che richiedono isolamento fossero più di uno?
Per quanto concerne il personale sanitario e l'uso di DPI idonei, la circolare ministeriale obbliga le aziende a far sì che il personale sanitario in contatto con un caso sospetto o confermato di COVID-19 deve indossare DPI adeguati, consistenti in filtranti respiratori, protezione facciale, camice impermeabile a maniche lunghe, guanti.
Inoltre richiama l’attenzione sulla necessità di assicurare la formazione del personale sanitario sulle corrette metodologie per indossare e rimuovere i DPI.
Come ha pensato di agire l'azienda a fronte di queste necessità?
A quanto è dato sapere le richieste straordinarie di approvvigionamento di DPI pervenute dai vari presidi ospedalieri, sono state evase solo in minima parte da ESTAR, che sembra non essere in grado di colmare le attuali carenze di materiale.
Secondo l'ECDC il numero minimo di DPI per operatore, per ogni singolo caso sospetto è il seguente:
Caso sospetto | Caso confermato lieve | Caso grave | |
Opertaori sanitari | Numero set per caso | Numero di set per giorno per paziente | |
infermieri | 1-2 | 6 | 6-12 |
medici | 1 | 2-3 | 3-6 |
Addetti alle pulizie | 1 | 3 | 3 |
Assistenti e altri servizi | 0-2 | 3 | 3 |
TOTALE | 3-6 | 14-15 | 15-24 |
A tenuto conto l'azienda di questi numeri per l'approvigionamento straordinario di DPI?
Inoltre regna incertezza nelle varie unità operative e nei 118 aziendali su chi e come deve indossare preventivamente i vari DPI, quali siano i DPI più idonei, poiché a tutt'oggi non è stato attuato nessun re-training delle procedure di vestizione e svestizione e non sono state fornite indicazioni operative.
Nei FRONT OFFICE e PUNTI PRELIEVO aziendali giornalmente transitano centinaia di persone esterne e gli operatori sono lasciati a gestire questa emergenza da soli, senza adeguati luoghi di lavoro e conformi all’art 63 del Dlgs 81/2008 con tutta una serie inconvenienti igienico sanitari dovuti a postazioni sprovviste di adeguati separatori, idonei ad assicurare nell’espletamento delle attività di front office al pubblico, una adeguata prevenzione e protezione dal rischio biologico, senza adeguati DPI per proteggerli dal contatto diretto con le persone, mancano inoltre procedure e direttive ufficiali che diano una linea da seguire in questa emergenza.
Nei SERVIZI DOMICILIARI gli operatori non hanno una direttiva univoca di comportamento da seguire, se considerare tutti potenziali come casi sospetti oppure no, se debba essere raccolta preventivamente un'anamnesi telefonica recente del paziente prima di andare a domicilio, vengono mandati nelle case dei cittadini ignari di quello che troveranno, non adeguatamente forniti di DPI idonei ne tanto meno adeguatamente formati al loro uso.
In conclusione non si capisce quale sia la posizione aziendale in questa emergenza sanitaria nazionale che potrebbe assumere caratteri enormi prima ancora di aver adeguato opportunamente personale e servizi ad affrontarla.
Si è evidenziato in questi giorni solo un susseguirsi di mail aziendali nelle quali ci si limitava ad inoltrare circolari ministeriali e continui loro aggiornamenti, senza mai dare una direttiva ufficiale della Direzione Generale che tenesse sì conto delle informative ministeriali, ma anche che mettesse nero su bianco le procedure pratiche e le azioni di emergenza che verranno intraprese per fronteggiare questa situazioni quali ad esempio:
– assunzioni di maggior personale per scongiurare episodi di quarantena del personale sanitario che metterebbero in crisi l'intero sistema operativo
– approvvigionamento di quantità superiori di DPI
– corsi di formazione e re-training
– revisione dell'appalto sulle pulizie e sanificazione
– modifiche infrastrutturali a carattere d'emergenza per dotare i vari presidi di zone di per-filtraggio nonché stanze di isolamento
Come COBAS P.I. nel constatare che manca una adeguata concretezza nell'agire aziendale con procedure di sicurezza così come previste dall’art 33 lettera c del Dlgs 81/2008 per tutti i lavoratori, con una distribuzione tempestiva, costante e omogenea di mascherine, guanti, disinfettanti per le mani a fronte di questa situazione, con specifiche misure di prevenzione per quei lavoratori esposti a rischi maggiori intimiamo a codesta azienda l’attivazione di atti e procedure idonee a tutela della salute e sicurezza di tutti lavoratori direttamente coinvolti in servizi alla persona. Infine chiediamo un pieno coinvolgimento degli RLS (rappresentati per la sicurezza dei lavoratori) nelle misure adottate dall’azienda o da adottare per garantire salute e sicurezza ai lavoratori.
Avvisiamo inoltre codesta azienda che la violazione di qualsiasi misura inerente i requisiti di salute e sicurezza sarà denunciata alle autorità competenti e duramente avversata in ogni sede dalla nostra organizzazione sindacale.
Firenze 24/02/2020
Delegati RSU COBAS P.I. USL Toscana Centro
Coord.to Nazionale Federazione COBAS P.I.
(Andrea Calò)