Il 17 marzo sciopero generale della scuola contro la legge 107 e gli otto decreti attuativi
Manifestazioni a Roma (MIUR, ore 9.30), Torino, Venezia, Bologna, Firenze, Napoli, Bari, Cagliari, Palermo, Catania.
Il Parlamento dovrà decidere nei prossimi giorni se dare parere favorevole agli otto decreti attuativi della legge 107 che, incurante della amplissima opposizione alla legge, il governo Gentiloni ha varato per chiudere definitivamente nella gabbia della “cattiva scuola” renziana docenti, ATA e studenti. Per il futuro reclutamento dei docenti non si riconoscono le abilitazioni già conseguite né il servizio prestato e si delinea un infinito percorso di quasi un decennio prima di entrare nella scuola, peraltro a stipendi infimi.
Per i diversamente abili, si superano gli attuali limiti di studenti (20 per classe) e si mira a distruggere l’inclusione subordinando il diritto al sostegno a logiche discriminanti di mero risparmio e a ridurre il numero degli insegnanti di sostegno, per delegare progressivamente tale attività all’intero personale docente. Negli istituti Tecnici, nei licei e in particolare negli istituti Professionali (unificati con la Formazione professionale regionale) si aggrava la centralità dell’”alternanza scuola-lavoro”, in una forma sfacciata di apprendistato gratuito, con flessibilità fino al 40% del monte orario, con presenze pomeridiane vincolanti per docenti ed ATA e la valutazione dello studente in base ad una presunta “cultura del lavoro”. L’”alternanza” diviene addirittura materia di esame alla Maturità, per sostenere la quale è obbligatorio anche aver svolto gli assurdi quiz Invalsi (i cui risultati accompagneranno il curriculum dello studente anche all’Università) così come per l’esame di Terza media, rendendo la valutazione tramite quiz più importante di quella effettuata dai docenti nel percorso scolastico. In quanto al “sistema integrato 0-6 anni”, si abbassa il livello della scuola dell’Infanzia pubblica, con il grave rischio per il personale di trasferimento nei ruoli degli Enti locali, creando caos gestionali in scuole primarie già sovraccariche di pesi e di ruoli. Insomma, i decreti aggravano le disastrose brutture della legge 107, dal famigerato “bonus” per i docenti “meritevoli” (i cui nomi i presidi tengono nascosti) allo strapotere dei dirigenti, dalla truffa di un “organico di potenziamento” utile solo a ingigantire il demansionamento e la conflittualità tra docenti, ai ricatti pesanti sulla mobilità e sull’organico triennale, fino all’obbligo di “un’alternanza scuola-lavoro” che mescola l’apprendistato gratuito ed inutile con la cialtroneria di accordi con aziende “amiche” che risparmiano sul personale (“scuola-bottega”). Il tutto provocando un’ulteriore, drammatica dequalificazione del lavoro degli insegnanti, sempre meno educatori/trici e sempre più “manovali culturali” tuttofare, a compimento di un ventennio di immiserimento di una scuola, degradata ad azienducola cialtrona, arruffona e clientelare.
Per protestare contro tutto questo abbiamo indetto su tutto il territorio nazionale, insieme ad Anief, Usb, FederAta e Orsa,per il 17 marzo lo sciopero generale della scuola, sciopero da cui si sono sottratti i Cinque sindacati “rappresentativi”, impegnati in una rinnovata pantomima concertativa con la ministra Fedeli, che, per garantirsi tale complicità, ha contato sull’unico “titolo” che aveva a disposizione per la scalata al MIUR, ossia il suo passato ruolo di segretaria generale della Federazione dei Tessili CGIL. Con lo sciopero del 17 marzo, oltre al ritiro delle deleghe, vogliamo che: 1) la mobilità sia gestita con titolarità su scuola, eliminando la chiamata diretta e gli incarichi triennali decisi dal preside, garantendo la continuità a tutti/e i/le docenti; 2) i fondi del sedicente “merito” , della Carta del docente e del Fondo di istituto siano destinati alla contrattazione nazionale per un aumento che, insieme a rilevanti fondi da stanziare, garantisca a docenti e ATA il recupero almeno di quel 20% di salario perso nel più lungo blocco contrattuale della storia repubblicana; 3) siano assunti i precari – docenti ed ATA - con almeno 36 mesi di servizio su tutti i posti disponibili in organico di diritto e di fatto; 4) venga ampliato l’organico ATA, resa giustizia agli ATA ex-Enti locali, re-internalizzati i servizi di pulizia, eliminato il divieto di nominare supplenti per gli Amministrativi e Tecnici anche per periodi prolungati, e nominati i supplenti per i Collaboratori scolastici anche per i primi 7 giorni; 5) sia ridata alle scuole superiori la libertà di istituire o meno l’”alternanza scuola-lavoro” e di determinarne il numero di ore; 6) vengano eliminati i quiz Invalsi come strumento per valutare scuole, docenti e studenti; 7) sia restituito ai lavoratori/trici il diritto di partecipare ad assemblee indette da qualsiasi sindacato e applicato un sistema proporzionale di voto senza sbarramenti per l’accesso ai diritti sindacali, con un voto a livello di scuola, uno a livello regionale e uno nazionale per determinare la rappresentatività dei sindacati ai tre livelli.
Nella mattina del 17 marzo si terranno 10 manifestazioni regionali o interregionali aRoma (MIUR, V.le Trastevere, ore 9.30),Torino(USR Piemonte, C. Vittorio Emanuele, ore 9),Venezia(USR Veneto, Riva de Biasio, ore 10.30),Bologna(P. S. Stefano, ore 9.30),Firenze(P. S. Marco, ore 9),Cagliari(P. Giovanni XXIII, ore 9.30),Napoli(P. del Gesù, ore 9.30),Bari(USR Puglia, V. Castromediano, ore 10),Palermo(P. Politeama, ore 9.30),Catania(P. Stesicoro, ore 9.30).
Piero Bernocchi portavoce nazionale Cobas
Stefano d’Errico segretario nazionale Unicobas
13 marzo 2017