Siglato un pessimo Contratto Funzioni Centrali.

Come nelle vicende degli ultimi anni, con contratti siglati ad agosto o sotto Natale, anche quello delle Funzioni Centrali, contratto che riguarda il personale dei Ministeri, Agenzie Fiscali, Enti Pubblici non Economici ed altri, è rientrato in questa perversa tradizione di essere sottoscritto in un periodo dormiente o festaiolo, anzi addirittura di notte.

Con l’aggiunta della sua lungimirante funzione di “calmierare” gli animi con un piatto di lenticchie di pochi euro, in vista delle prossime elezioni politiche di marzo 2018.

Questo contratto, che farà da apripista a tutti gli altri del pubblico impiego, è scaduto addirittura a dicembre 2009 ed è stato rinnovato con decorrenza 2016 – 2018 ovvero con un buco di ben 6 anni (da gennaio 2010 a gennaio 2016), senza arretrati economici e “benefici” contrattuali per quel periodo, quando invece i lavoratori hanno perso migliaia di euro di mancato recupero salariale.

Contratto che prevede aumenti economici che oscillano dai 63 euro del livello più basso ai 117 euro mensili lordi di quello più alto, a regime a marzo 2018, ovvero autentiche briciole salariali che non recuperano minimamente l’inflazione pregressa. La pochezza economica del contratto viene al contempo mascherata dall’introduzione del welfare integrativo.

La questione ordinamento professionale viene demandato al lavoro di una  “Commissione paritetica sui sistemi di classificazione professionale” che chissà quando e cosa partorirà, derubricando ancora una volta il problema del mansionismo del personale sottopagato, della prima e seconda area. E inoltre c’è un ulteriore peggioramento delle norme disciplinari, frutto del clima antifannullone statale, che ormai pervade la stampa e i mass media, peggioramento che riguarda anche  la normativa su permessi per visite mediche ed esami diagnostici. E infine rimane incontrastato il sistema di valutazione del lavoratore pubblico, anche se non fa più riferimento alla riforma Brunetta.

Farneticanti i dispacci entusiasti dei sindacati firmatari che rivendicano il grande risultato del mantenimento dell’orario di lavoro a 36 ore e dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori per i dipendenti pubblici.

Nelle assemblee/consultazioni dei prossimi giorni diamo una risposta compatta con un grande NO a questo contratto, abbandoniamo una buona volta questi sindacati gialli e voltagabbana e prepariamoci per le prossime elezioni RSU per un cambio radicale nel voto e nella scelta dei rappresentanti/organizzazioni sindacali.

PER UNA SOCIETA' DEI BENI COMUNI

Una giornata di dibattito sul libro di Piero Bernocchi
OLTRE IL CAPITALISMO
Discutendo di benicomunismo, per un’altra società.

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