TRA PANDEMIA E CRISI
Il COVID-19, oltre i lutti e le sofferenze, ha portato allo scoperto problematiche troppo a lungo ignorate. Ha evidenziato l’alto tasso di precarizzazione del lavoro e le disuguaglianze sociali in una prospettiva preclusa al miglioramento occupazionale ed economico;
siamo di fronte all’incremento del lavoro sommerso, che, specialmente al Sud, costituisce in negativo un ammortizzatore sociale determinante per la sopravvivenza di qualche milione di persone, come anche il fabbisogno di manodopera in agricoltura, di colf e badanti, quasi totalmente ricoperto da migranti o da donne dell’Est-europeo. Inoltre, la farraginosità di una burocrazia troppo invasiva, ancora una volta rischia di depotenziare i provvedimenti governativi, ancorchè discutibili, a sostegno di chi il reddito lo ha perso.
L’emergenza, che ha comportato il distanziamento sociale e il lavoro a domicilio, può divenire l’occasione di una sperimentazione di massa per un’introduzione imponente del digitale nel mondo del lavoro (questione che sembrerebbe rientrare nelle condizionalità per poter accedere al Recovery found). Nel contesto di una emergenza che è sociale , riteniamo urgente individuare le criticità che ne conseguono, sia in termini di oneri a carico dei lavoratori, sia in termini di riorganizzazione sul terreno sindacale.
L’impatto sull’economia e sul mondo del lavoro della crisi innescata dalla pandemia, potrà trovare soluzione o meno a seconda delle decisioni che verranno prese in sede europea ai fini delle risorse che verranno dispiegate e dalle condizionalità che verranno fissate e cioè del piano di riforme che verrà richiesto. Prepariamoci ad affrontare questa fase ad iniziare dal prossimo autunno e nell’auspicio di non dover fare fronte ad una nuova ondata del Covid-19.
Proponiamo come base di discussione la piattaforma che segue:
- Sostanziali incrementi salariali nei contratti nazionali
- Riduzione generalizzata dell'orario di lavoro a 30 ore settimanali (salvaguardando specifici orari per particolari categorie).
- Reddito di base incondizionato non inferiore a 600 euro, incrementato con contributi per il pagamento delle utenze, affitti, in crescendo proporzionale alla situazione famigliare, per tutte le fasce sociali non garantite.
- Regolarizzazione di tutti gli immigrati ed i richiedenti asilo con iscrizione all'anagrafe anche per i senza tetto.
- Calmierare i costi per i servizi essenziali e delle utenze, incentivi alle piccole imprese.
- Interventi incisivi per garantire il diritto all'abitare (edilizia popolare, equo-canone, ecc.)
- Riduzione dell'IVA sui beni di prima necessità
- Potenziamento dei servizi pubblici essenziali, a partire dalla sanità (revisione del Titolo V della Costituzione), con assunzioni a tempo indeterminato, controlli sulla sanità convenzionata, specie per le RSA.
- Regolamentazione della flessibilità digitale nell’organizzazione del lavoro, in modo da tutelare reddito e tempo libero
Esecutivo nazionale Cobas Pubblico Impiego