Comunicato della Confederazione COBAS
PISA: IL “SALOTTO BUONO” E IL RAZZISMO SOTTO LA TORRE
Ancora una volta i migranti vittime di violenze e di omicidi. Questa volta un lavoratore bengalese,Zakir Hossain, è stato aggredito e ucciso in Corso Italia. Non sappiamo le ragioni di questo omicidio, l'aggressore ha colpitoun lavoratore che usciva dal ristorante dove faceva il lavapiatti per pochi euro al mese, fonte di sostentamento anche dei suoi familiari che vivono nel Bangladesh
L’assurda morte di Zakir Hossain è un brusco risveglio nell’incubo per una città che si ritiene civile e accogliente. Domenica notte è invece emersa drammaticamente la realtà: la città è ormai un campo per raid e aggressioni razziste. e Il sindaco Filippeschi e le Giunte che l'hanno preceduto hanno non poche responsabilità morali e politiche. Il centro storico negli anni si è svuotato di ogni attività artigianale, i ceti popolari espulsi verso i quartieri periferici da una speculazione immobiliare che vuole le vie del centro destinate agli affitti per gli studenti (spesso al nero e a prezzi esorbitanti) o ad appartamenti di lusso con ristrutturazioni favorite da piani e autorizzazioni edilizie che privilegiano una immagine vetrina della città. ma rendere il centro un “salotto buono” è miseramente fallito.
La nostra città da anni non è più un luogo ospitale, sotto la cenere covano tensioni e conflitti che le politiche del PD hanno drammaticamente acuito. Basti pensare che molti dei negozi gestiti dai migranti sono considerati ricettacolo di malavita quando sono spesso fonte di sostentamento di chi lavora 12\14 ore al giorno per un salario di mille euro parte del quale è destinato alle famiglie nei paesi di origine. Si parla a sproposito di aggressioni e di violenze e di sicurezza dimenticando che sono spesso i migranti le vittime.
Cacciare dai quartieri storici gli abitanti popolari sguarnisce il controllo sociale e civile, elimina la collettività solidale, e ciascuno vive rintanato nel proprio, magari lussuosamente ristrutturato, appartamento nel centro di una città ormai morta, essiccata dalle attività artigianali, abbandonata alla privatizzazione, alla speculazione e alle catene multinazionali anonime e seriali.
La concezione della città vetrina sta provocando la desertificazione: il modello di società mercificata, dove i diritti dei lavoratori non contano nulla, in cui i migranti sono vissuti come un intralcio e concorrenti da allontanare al più presto, dove xenofobia e razzismo dilagano sempre di più, vanno denunciate le reali responsabilità dei poteri forti e delle forze politiche che li rappresentano, il PD per primo, nella degenerazione del tessuto sociale.
Sempre più si diffonde il branco, composto da violenti che provocano risse e aggressioni specialmente contro i migranti, vittime predilette della violenza brutale di una sorta di squadrismo ancora embrionale, ma pericolosissimo.
Non è purtroppo un episodio isolato: la comunità democratica e solidale della città deve reagire e vigilare affinché questi episodi di aggressione abbiano termine e non sfocino in forme di fascismo esplicito. Chiediamo quindi innanzitutto chel'Amministrazione Comunalefaccia qualcosa di più che pagare le spese funebri:si faccia carico della famiglia di Zakir e, più in generale, cambi radicalmente le politiche in materia di edilizia, sociale ed accoglienza.
I Cobas sono al fianco delle comunità migranti, di quanti (italiani e migranti) lavorano in condizioni di precarietà con salari da fame e vittime di quella retorica violenza che ha trasformato le istanze sociali in problemi di ordine pubblico.
CONFEDERAZIONE COBAS PISA
fip viasanlorenzo 38 Pisa-18.04.2014