22/10/2012 REFERENDUM IN ALMAVIVA CONTACT: I LAVORATORI DICONO NO AD UN ACCORDO-RICATTO
Il 26 e 27 settembre 2012 l’aziendaAlmaviva Contact società di call center ha recapitato a circa 600 lavoratori della sede di Roma-Via Lamaro, la lettera di messa in Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS) con durata prevedibile di 12 mesi.
Questo ammortizzatore sociale viene richiesto dall’azienda per una “cessazione di attività” inesistente: infatti le commesse che venivano gestite dalla sede di via Lamaro, verranno semplicemente spostate al Sud, in particolar modo nella neonata sede di Rende (CS), dove in data 18 giugno 2012 è stato sottoscritto tra Almaviva e i Sindacati Confederali un accordo per la neo-sede di Rende (CS) nel quale si prevede un piano di 250 assunzioni entro l’anno e investimenti per lo sviluppo economico e occupazionale della. Il tutto usufruendo dei vari incentivi pubblici previsti dall'attuale normativa.
I neoassunti verranno adibiti al servizio TIM 119, sino a qualche giorno fa gestito da quei lavoratori di Roma che l'azienda ha collocato in CGIS.
In breve, da una parte l’azienda apre nuove sedi e assume nel Mezzogiorno incassando soldi pubblici(L. 407/90, legge 488/92 e fondi regionali per l’occupazione), dall’altro scarica il costo sociale di centinaia di lavoratori sulla collettività accedendo agli ammortizzatori sociali.I fatti dimostrano che questa crisi dichiarata è del tutto strumentale al trasferimento della produzione al Sud, dove il costo del lavoro risulta molto più basso.
IL 22 ottobre 2012 si è svolto un referendum su una Ipotesi di Accordo relativa alla Cassa Integrazione Straordinaria avviata dall’azienda, malgrado si siano concluse in data 26/10/2012 le consultazioni sindacali previste dalla normativa, utili a trovare un accordo tra Azienda e Sindacati. L’esito del referendum ha visto una schiacciante vittoria del NO ((367 NO contro i 123 SI), che ha rigettato al mittente un Accordo-Ricatto che Azienda e Sindacati volevano rifilare ai lavoratori.
L’Accordo sottoscritto da CGIL CISL UIL UGL elemosinava una CIGS a rotazione ma non fermava l’intento aziendale, anzi lo legittimava favoriva una delocalizzazione regionale: si certificava una crisi che di fatto non c’è, addossandone tutte le responsabilità sui lavoratori; la CIGS sarebbe rimasta, e anche con percentuali sostanziose, per 12 mesi; il salario dei lavoratori sarebbe stato ridotto drasticamente con l’obbligo di partecipare a dei corsi di formazione non retribuiti anche esterni alla sede aziendale (i lavoratori messi in CIGS hanno tutti una media di 7-8 anni di esperienza); si permette all’azienda di organizzare il trasferimento definitivo delle commesse al Sud e consolidare l’esubero; si vincola la sopravvivenza della sede di via Lamaro al raggiungimento di determinati obiettivi economici non verificabili dal lavoratore e dalle Organizzazioni Sindacali; correggere una procedura che normativamente fa “acqua da tutte le parti” , correggere una procedura che normativamente fa “acqua da tutte le parti”, in quanto si sarebbe cambiata la causale precedente con quella della “riorganizzazione”, più accettabile da parte del Ministero del Lavoro.
A differenza di quanto avvenuto in FIAT, in Almaviva Contact di Roma l’ACCORDO-RICATTO non è passato! I lavoratori non si sono piegati a chi voleva ridurre i loro diritti e il loro salario e peggiorare le condizioni di lavoro, in cambio di qualche spicciolo e di qualche mese in più di mera sopravvivenza!
Dopo aver rigettato l’accordo-truffa di CGIL-CISL-UIL-UGL i lavoratori continueranno a lottare come hanno fatto in questi ultimi mesi: dal basso, senza gerarchie, senza burocrazie sindacali, senza sindacalisti di professione che si arrogano il diritto di decidere per noi, per il reintegro di tutti i lavoratori attualmente in CIGS!
COBAS ALMAVIVA CONTACT