Prendono il via i lavori per il nuovo impianto sportivo di Roma.
A quanto pare, a breve, partiranno i lavori di un nuovo impianto “sportivo” nei pressi dello stabilimento Ama di Ponte Malnome: dovranno attendere i tifosi della Roma, la questione non riguarda il loro stadio, ma quello che si prospetta è un “sorciodromo temporaneo”, dove in pista sfrecceranno ratti di ogni genere. Ma ad intimorire non è solo il povero animale, ma è l’aggettivo utilizzato che, casualità, in questo Paese e particolarmente in questa città, spesso si trasforma in “definitivo”.
Ebbene sì, lo stabilimento Ama di Ponte Malnome, è stato scelto come il nuovo deposito temporaneo dei rifiuti della città di Roma, come se non bastasse quanto già ricada addosso ai lavoratori e ai cittadini della Valle Galeria!
È inaccettabile, che nonostante essi lavorino e vivano in una zona sottoposta a forte pressione ambientale, con conseguenze negative sul loro stato di salute dovuto all’impatto degli insediamenti produttivi presenti, debbano accettare anche questa nuova discarica, perché di questo si tratta. Peraltro, l’alluvione del 31 gennaio scorso, con il relativo sversamento dei rifiuti ospedalieri e del multimateriale nelle campagne, ha palesato tutti i limiti igienicosanitari e di stoccaggio dei rifiuti che offre lo stabilimento stesso. Invece di continuare a sommergere i lavoratori sotto montagne di immondizia, si dovrebbe seriamente effettuare, come già richiesto anche al Comune e alla Azienda, un’indagine sanitaria approfondita sullo stato di salute dei lavoratori di Ponte Malnome, i quali, senza dubbio, risultano essere effettivamente a rischio. Non si può attendere ulteriore tempo: si receda da ogni volontà di creare una nuova discarica dentro lo stabilimento di Ponte Malnome e si sottopongano, in tempi brevi, i lavoratori ad una sorveglianza sanitaria in base alla reale esposizione agli agenti inquinanti, ai fini di individuare tempestivamente le diverse patologie, anche tumorali, che alcuni studi epidemiologici hanno già evidenziato sulla popolazione residente, così come alcuni decessi e tumori tra i lavoratori dello stabilimento lasciano dedurre che ci sia un nesso causale.
Basta, siamo stufi, non vogliamo essere più carne da macello a causa dell’inettitudine
di tutta questa classe dirigente!
La discarica non si deve realizzare, la salute si deve tutelare!
Roma, 6 Giugno 2014.
COBAS AMA