Marchionne una ne fa e cento ne pensa, sempre contro le lavoratrici ed i lavoratori

FIAT in movimento

550 operai in gita da Pomigliano a Cassino, tutti i giorni, dal lunedì al venerdì.  Devono alzarsi un’ora prima del solito, tornare a casa un’ora dopo, ma il pullman è gratis e non devono comprare le pentole: in mezzo otto ore secche di lavoro nello stabilimento di Piedimonte San Germano. E prendono ben 3,18 euro all’ora in più (2,86 € netti, tassazione sostitutiva del 10%) come premio di produzione. 

Questa è l’ultima trovata dell’azienda con il consenso dei sindacati collaborativi (Fim, Uilm, Fismic e quadri) e  concertativi (Fiom). A contrastarla solo il Comitato di Lotta di Pomigliano, che ha organizzato e organizza manifestazioni e varie iniziative contro quello che definisce - non a torto - una sorta di deportazione coatta.

Ma perché la Fiat fa questo?Le motivazioni possibili sono più diuna(quelle vere, lasciamo stare quello che l’azienda dichiara)1)La prima è semplice: perché spostare gli impianti se puoi spostare gli operai? Costa di meno e togli loro solo il 12% di vita in più, e solo nei giorni feriali.2)La seconda ipotesi è più macchinosa,ma non inverosimile: tutti gli stabilimenti non possono avere contemporaneamente gli ammortizzatori sociali, quindi per continuare a far pagare i lavoratori dall’Inps può diventare necessario saturare uno stabilimento e lasciare in Cig o in Cds gli altri, fino a esaurimento dell’ammortizzatore, poi ripetere il gioco all’incontrario e compensare così il vincolo dei tre anni massimi su cinque. 3) Pomigliano ha i giorni contati,il suo destino sarà peggiore anche di Mirafiori e allora tanto vale trasformarlo in un grande reparto confino spostando i lavoratori “validi” e richiamando a lavorare quei dipendenti usurati che Fiat aveva finora lasciato prevalentemente in cassa. E, pensateci un attimo:tutte e tre queste ipotesi possono essere vere e tranquillamente coesistere.

I nuovi annunci dell’AD.Tanto più che Marchionne ha ricominciato il gioco delle tre carte: via la Panda da Pomigliano – destinazione Polonia – per un futuro incerto fatto di Alfa e Jeep, e idem per gli altri stabilimenti italiani, come Mirafiori dove dopo cinque anni e mezzo di attesa in Cig  è arrivato il reparto confino, fratello di quello di Nola. Ogni nuova esternazione di Marchionne somiglia sempre più ad una campana a morto. Come hanno percepito gli operai di Pomigliano che in assemblea alla unanimità hanno votato un ordine del giorno presentato dal Comitato di Lotta e  respinto l’accordo della trasferta a Cassino.

LA FIAT CONTRO l’8 MARZO.Qui siamo alle solite, ma il comportamento è stato – se possibile – ancora più vergognoso dell’ordinario. Il giorno prima dello sciopero contro la violenza di genere, la Fiat a Mirafiori ha ordinato ai capi di lasciare a casa per il resto della settimana tutti coloro che – presumibilmente – si accingevano a scioperare, ovvero gli aderenti al Cobas, ai sindacati di base, e tutte e tutti quelli che potevano risultare affine/i.  Così Fiat ha dimostrato di essere non solo contro i lavoratori, ma anche conto l’insieme del movimento delle donne, e che vuole stare sempre dalla parte di chi la violenza e la sopraffazione la mette in atto. Lo sapevamo già, ma questa conferma è meritevole di denuncia, non va passata sotto silenzio, anche se è solo una delle vessazioni che subiamo.

Che fare? Lo sappiamo e lo sapete benissimo, continuare a lottare, a denunciare, a mettere in atto tutte le iniziative possibili contro questa azienda e i loro servitori, di stato o di paese. Noi non abbiamo mai smesso, sarebbe il caso che altre e altri cominciassero o ricominciassero a farlo, che tanto il calcio in culo alla fine ci sarà per tutte e tutti. No?

COBAS Mirafiori Torino,16/03/2017 - Sede: Via Cercenasco, 23c - Tel. 0114224605 Fax 0114224606

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