SCIOPERO AL 30% E CENTOMILA IN PIAZZA
DOCENTI, ATA, STUDENTI, GENITORI E LAVORATORI DI ALTRE CATEGORIE MANIFESTANO IN DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA, BENE COMUNE
Davvero una giornata importante nella lotta per difendere quel bene comune cruciale che è la scuola pubblica di tutti/e e per tutti/e. Dai dati delle principali città risulta che il 30% dei lavoratori/trici hanno scioperato, fatto di grande rilievo visto che il nostro appello alle strutture sindacali per uno sciopero comune non è stato purtroppo accolto e che la responsabilità dell’iniziativa è gravata solo sulle nostre spalle. E almeno centomila manifestanti – docenti, Ata, studenti, genitori, operai e lavoratori/trici di altre categorie – sono scesi in piazza nelle manifestazioni regionali indette dai COBAS, con delle punte particolarmente alte a Torino (circa 20 mila), Roma (15 mila), Napoli (15 mila), Palermo e Cagliari (entrambe 7 mila), Pisa (6 mila).
Sciopero e cortei si sono rivolti contro i tagli di orario, materie e posti di lavoro (140 mila in meno in tre anni), sottolineando come l’impoverimento della scuola sia certamente un processo in atto da un ventennio con la responsabilità dei governi sia di centrodestra sia di centrosinistra, ma che, nel contempo, l’attuale politica di tagli registra un salto quantitativo che ci precipita verso il baratro di una scuola-miseria senza risorse né speranze. Nelle manifestazioni hanno dominato le richieste di annullamento dei tagli, di assunzione stabile dei precari, di investimenti consistenti almeno ai livelli medi europei, di recupero integrale degli scatti di anzianità e dei contratti per docenti ed Ata, senza il quale ogni lavoratore perderà in media 40-50 mila euro.
E’ motivo di particolare soddisfazione che in piazza, accanto a docenti, Ata e studenti, ci siano stati operai delle fabbriche metalmeccaniche, a partire dalla FIAT, e lavoratori del Pubblico impiego; nonchè quei Comitati dei precari e dei genitori che si oppongono alla scuola-miseria di Gelmini e Tremonti ma che non dimenticano il ruolo svolto, nell’impoverimento della scuola, da quei partiti di centrosinistra che furono in posizione dominante nei governi Prodi.
A TORINO, insieme ai docenti, Ata e studenti, hanno manifestano anche i lavoratori della FIAT, di fabbriche meccaniche e chimiche, del Pubblico Impiego e Sanità, nel quadro dello sciopero provinciale generale. A L’AQUILA, insieme al popolo della scuola pubblica, erano in piazza anche tanti cittadini per protestare contro la gestione malandrina e cialtrona della “ricostruzione” che non ha restituito alla città martoriata nemmeno le scuole e l’università preesistenti, nonché gli operai della SEVEL-FIAT. Ad ADRO i COBAS hanno manifestato a fianco dei colleghi che coraggiosamente hanno fatto quello che nessuna autorità pubblica si è accollata, e cioè porre fine all’esproprio di una scuola da parte di una fazione politica, quel distruttivo leghismo che vorrebbe una scuola divisa per etnie e religioni, consegnata a gruppi privati e partiti. A ROMA la polizia ha impedito ai manifestanti, che avevano protestato a lungo sotto il MIUR, di giungere al Parlamento ma il corteo si è svolto ugualmente in quel centro che il sindaco Alemanno vorrebbe off-limits per i cortei. Anche a NAPOLI l’intervento della polizia ha influito sulla manifestazione, a cui hanno partecipato anche gli operai Fiat di Pomigliano, caricando provocatoriamente una parte del corteo e provocando feriti e fermi. Grande partecipazione anche a PALERMO, CAGLIARI e PISA nelle manifestazione regionali, e in quella provinciale di CATANIA; e si è manifestato anche a BOLOGNA, BARI , GENOVA, PERUGIA e VENEZIA.
Ora la lotta proseguirà con la Campagna contro il collaborazionismo e l’illegalità che ha già bloccato in molte centinaia di scuole le attività aggiuntive, i progetti, i viaggi di istruzione e tutto ciò che non è didattica e obbligo contrattuale, oltre a contrastare tutte le illegalità (supplenti non chiamati, classi accorpate abusivamente, contributi chiesti alle famiglie ecc..) messe in atto quotidianamente per mascherare le voragini della scuola-miseria.