A Livorno ancora un omicidio sul posto di lavoro
Dasonor Qalliaj, un operaio albanese di 38 anni che solo ieri era arrivato a Livorno per lavorare al Cantiere Azimut all'interno del Bacino galleggiante per una commessa affidata dalla società armatrice proprietaria della nave a Gestione Bacini S.p.A., che a sua volta in qualità di capo-commessa aveva appaltato ad aziende terze (tra cui la ditta "Amico" di Sestri Levante di cui Dasonor era dipendente), è morto nella striscia d'acqua che separa il cantiere dalla banchina.
Annegato, sotto il peso della sua attrezzatura da lavoro.
Se la Regione, il Comune e in generale gli organi preposti avessero davvero vigilato su come vengono gestiti gli spazi e appaltati i lavori, come ad ogni omicidio sul lavoro si ripromettono di fare, questa sarebbe stata una giornata come tante nella vita di Dasonor, in quella della mogli e dei suoi due figli.
Mentre si stanno già levando i cori di "faremo luce", "una tragica morte", "la magistratura indagherà per capire se sia fatto tutto il possibile per evitare l'incidente” la confederazione Cobas chiede che si ponga al centro la sicurezza nei luoghi di lavoro.
Finche questo non sarà non possiamo che considerare omicidio ogni morte sul lavoro.
La Confederazione Cobas esprime le più sentite condoglianze alla famiglia, agli amici e ai colleghi e ancora una volta chiede che si faccia luce sulle condizioni di lavoro all'interno del porto e del cantiere.
Confederazione Cobas Livorno