Dichiarato illegittimo il licenziamento di Mimmo Mignano
I fatti risalgono al febbraio 2006, durante una contestatissima assemblea indetta da Fiom, Fim e Fismic per il rinnovo bidone del contratto dei metalmeccanici, all’interno dello stabilimento Fiat di Pomigliano.
Il Mignano insieme ad altri 7 operai, furono licenziati con l’accusa di aver organizzato la
contestazione operaia.
La direzione Fiat scelse questo come pretesto per interferire pesantemente all’interno della dialettica tra operai e organizzazioni sindacali, ma in realtà voleva colpire quegli operai, la maggior parte che avevano bloccato con scioperi e picchetti l’introduzione di ritmi ancora più pesanti.
Oggi con una sentenza della Corte di Appello di Napoli è stata ribaltata la vergognosa sentenza di I grado che aveva invece confermato il licenziamento solo di Mimmo, mentre gli altri furono reintegrati. Mignano ha vinto questa prima battaglia grazie alla tenace difesa dall’avv. P. Marziale.
Per vedere Mimmo un’altra volta al suo posto di lavoro e al fianco delle lotte, bisognerà attendere ancora, perché intanto la Fiat, nel novembre del 2008, alla vigilia di uno sciopero del sindacalismo di base lo licenziò di nuovo.
In quell’occasione un gruppo di operai Fiat, di precari della sanità, di operatori sociali e di lavoratori aderenti alla Confederazione Cobas, svolsero attività di propaganda dello sciopero di novembre all’interno di un Fiat Center.
Anche in quel caso la Fiat non perse tempo e pur di togliersi dai piedi un sindacalista combattivo, lo licenziò. Eravamo alla vigilia del famigerato piano Marchionne: quello della deportazione dei 316 a Nola.
Nonostante l’arroganza padronale, Mimmo e la Confederazione Cobas, hanno continuato a sostenere le lotte contro lo sfruttamento operaio.
Come Cobas del Lavoro Privato, Mimmo Mignano in testa, definiamo il nuovo Piano Marchionne come Piano penitenziario, che intensifica lo sfruttamento, annulla i diritti e vorrebbe zittire, sancendolo nell’accordo con i sindacati concertativi, ogni possibile dissenso.
Per questo intimiamo a Fiom, Fim e Fismic a non firmare nessun accordo di questo tipo al tavolo di venerdì con la direzione Fiat.
No al piano penitenziario Marchionne
Per il diritto al reddito ed al lavoro con tutele