La Corte Costituzionale boccia i tagli degli insegnanti di sostegno
La Consulta ha dichiarato incostituzionali i brutali tagli bipartisan (Prodi e Tremonti) ai posti di lavoro degli insegnanti di sostegno fondamentali per l’integrazione degli alunni disabili nella scuola.
Con una sentenza sacrosanta, la Corte ha considerato che i due commi 413 e 414 dell’articolo 2 della Finanziaria per il 2008 (legge dell’ultimo governo Prodi) non rispettano la Costituzione, in quanto ponendo un tetto al numero di insegnanti di sostegno, provocano “l’impossibilità per il disabile grave di conseguire il livello di istruzione prevista”, sono “in contrasto con i valori di solidarietà collettiva nei confronti dei disabili gravi”, ne impediscono “l’effettiva partecipazione alla vita sociale, economica e politica” e introducono “un illogico e irrazionale regime discriminatorio che non tiene conto del diverso grado di disabilità di tali persone, incidendo così sui loro diritti”.
E’ bene ricordare che fu il governo Prodi – che su questo tema scrisse una delle pagine più nere del proprio disastroso governo – ad annullare la norma, contenuta nella legge a difesa dei disabili, che assegnava un docente di sostegno per ogni disabile con gravi patologie, oltre che proseguire il taglio dei docenti di sostegno già iniziato in precedenza. Tremonti si è guardato bene dal ripristinare la norma ed ha proseguito, oltre alla generale politica dei tagli, anche quella specifica, e ancor più spietata, a danno dei disabili: cosicchè quest’anno, mentre i disabili aumentavano di 5000 unità, i posti in organico calavano ancora di 400.
La sentenza è una vittoria innanzitutto di “Tutti a scuola”, l’associazione che riunisce i genitori di disabili, che in questi anni si è battuta strenuamente in difesa dei diritti dei portatori di handicap: ma lo è anche per noi, che queste lotte abbiamo sempre sostenuto e rafforzato, e di tutto il popolo della scuola pubblica. L’applicazione della sentenza potrebbe riportare nella scuola parecchie migliaia di docenti: e sarà un ulteriore obiettivo che porremo al centro del nostro sciopero generale della scuola che si terrà il 12 marzo, e della manifestazione nazionale che, partendo da P.della Repubblica a Roma (ore 10) si concluderà al Ministero della Pubblica Istruzione, dove si avvierà con il movimento dei precari e con gli studenti un assedio permanente del ministero stesso.