VERSO LO SCIOPERO DI GIUGNO - DIFFIDATI I CAPI DI ISTITUTO PER GLI SCRUTINI FUORILEGGE
Abbiamo abbondantemente documentato la perfetta legalità - malgrado la anticostituzionale legge 146/‘90 abbia pesantemente ridotto il diritto di scioperare - dello sciopero durante gli scrutini finali fino a due giorni consecutivi, con l’esclusione delle classi terminali. E dunque, docenti ed ATA sciopereranno con i Cobas per l’intera giornata, non svolgendo gli scrutini né alcuna altra attività, il 7-8 giugno nelle regioni Emilia-Romagna, Calabria e nella Provincia di Trento; 10-11 giugno nelle regioni Marche, Puglia e Veneto; 11-12 giugno per le regioni Sardegna e Umbria; 14-15 giugno per tutte le altre regioni e per la Provincia di Bolzano.
Ma è importantissimo ricordare che è invece illegale svolgere scrutini prima della fine delle lezioni, regolata da un calendario scolastico che stabilisce il termine di esse in maniera differenziata, nell’arco di una settimana, a seconda delle regioni: solo dopo tale fine si possono iniziare gli scrutini. Altrettanto illegale è spostare date di scrutini, già stabilite correttamente dopo la fine delle lezioni, al fine di vanificare lo sciopero. Perciò abbiamo inviato alle istituzioni scolastiche e alle amministrazioni una diffida ai capi di istituto, affinchè non violino le leggi sui punti citati. Se ciò dovesse avvenire, i Cobas denunceranno i responsabili degli scrutini fuorilegge: così come faremo nel caso qualche preside effettuasse la sostituzione dei docenti in sciopero, altra attività illegale.
Ad ogni docente ed ATA è richiesto un giorno di sciopero, scelto in modo da bloccare il maggior numero di scrutini: e invitiamo i colleghi/e ad organizzare nelle scuole una “cassa comune” per dividere l’onere della trattenuta, che sarà dell’intera giornata, essendo sufficiente un solo scioperante a bloccare lo scrutinio. Sottolineiamo poi che ciò che eventualmente succederà dopo i due giorni di sciopero, verrà deciso insieme al movimento dei precari e ai docenti ed ATA che parteciperanno alla lotta, dato che la prosecuzione dello sciopero comporterebbe una responsabilità individuale amministrativa ed economica che andrà valutata in base all’incidenza dello sciopero.
Ricordiamo infine che lo sciopero è convocato per cancellare i 41 mila tagli di posti di lavoro di docenti ed Ata; l’assunzione a tempo indeterminato dei precari/e; massicci investimenti nella scuola pubblica che consentano il funzionamento regolare degli istituti allo stremo per carenza di risorse; il ritiro della “riforma” delle superiori, delle proposte di legge Aprea e Goisis e del decreto Brunetta; la restituzione a tutti/e del diritto di assemblea.
Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS