Il sindaco di Firenze Renzi condannato

Renzi

Forse non tutti sanno che è stata emessa la condanna in primo grado da parte della Corte dei conti della Toscana per il danno erariale dovuto all’ inquadramento contrattuale (un livello maggiore del dovuto) di alcuni assunti a tempo determinato. I giudici hanno accertato come in numerosi casi il giovane Renzi, all'epoca dei fatti Presidente della provincia di Firenze, piazzava ai vertici dell'Ente amici e amichette senza alcun titolo e qualifica. I giudici hanno potuto appurare come nei ruoli-chiave dell'Ente non c'erano professionisti e nemmeno neolaureati, ma invece si trovavano ad esempio un'ex-cassiera di un Outlet, una ex barista, una ex addetta al guardaroba di un night club... Ovviamente senza nessuna offesa per queste categorie.

Questa imputazione ha una doppia valenza in quanto, oltre al danno erariale, stando alle accuse della corte dei conti, riportate da Il Giornale del 20.12.10, Renzi avrebbe fatto venti assunzioni con modalità non cristalline. Non importa poi se, in fase di giudizio, la cifra è stata ridotta da 2 milioni a circa 50 mila euro: il fatto sussiste come dimostra la condanna. Riguardo alle assunzioni poco trasparenti si torna al problema della fedeltà al sindaco scambiata per meritocrazia. Dal Fatto Quotidiano del 20.12.10 si legge che anche al comune di Firenze permarrebbero gli stessi problemi:  i milioni sperperati sarebbero dieci spalmati in cinque anni per coprire ben quaranta assunzioni, ufficio stampa escluso, Più che sui curriculum e sulle competenze specifiche, la scelta sarebbe stata fatta basandosi sull’’intuito personale’ di Renzi o di chi gli sta vicino. Con i quaranta nuovi assunti esterni per cinque anni, si legge in un’interpellanza al sindaco, si sfiorano i 10 milioni di euro l’anno, cifra che viene altamente superata se consideriamo che in questo conteggio sono esclusi i premi di produzione e gli straordinari”. Naturalmente da quella data le assunzioni “fiduciarie” sono continuate, incrementando di molto la spesa.
 
La “ripetita” che in questo caso non “iuvant” affatto, dimostra come si configuri un vero e proprio “modello Renzi” che più che “il nuovo che avanza” ricorda metodologie da “prima repubblica”. Alcuni nomi che compaiano nella sentenza della corte dei conti continuano ad essere persone di fiducia del Sindaco, tanto che questi portaborse sono stati trasferiti o assunti in Comune con le medesime modalità già oggetto di condanna.
Ma Renzi, non contento, nella riorganizzazione della “struttura organizzativa del comune di Firenze” avvenuta, come nel suo stile senza nessuna forma di confronto sindacale, ha addirittura provveduto alla promozione di funzionari in ruoli dirigenziali di alcuni di quegli stessi nomi, operazione che certo non sfuggirà né alla Corte dei Conti né alla Magistratura.
Un altro signore ha condizionato la vita politica e giudiziaria di questo paese con una sorta di quasi ventennale delirio di impunità. Sarà stata una pausa dello stesso delirio che ha suggerito a Renzi di inserire tra le “cento sciocchezze” partorite al “Big Bluff” anche una specie di amnistia per i politici corrotti?
Resta il fatto che gli oltre tre milioni di Euro tagliati in due anni al salario accessorio dei dipendenti comunali, onesti vincitori di concorsi, stanno servendo per pagare lo stipendio, più straordinari, a decine di portaborse di cui si è circondato il rottamatore.
Mentre, con largo anticipo rispetto ai dettami della BCE, l’Amministrazione giustifica il taglio dei nostri stipendi con esigenze di bilancio e con l’idea di dare il buon esempio al MEF, che, come è ampiamente noto, sta conducendo un’inchiesta sulla modalità di distribuzione del salario accessorio degli ultimi dieci anni, il “peggiore”, da un lato taglia salari, privatizza servizi, vende aziende pubbliche, e dall’altro ha costruito un sistema clientelare a nostre spese e a spese della collettività per alimentare la macchina del consenso.
Non basteranno cento “Leopolde” per coprire le menzogne di questo personaggio.
 
 
 Link sentenza corte dei conti
http://www.respamm.it/giurisprudenza/viewdec_s.php?id=2C%B8%19J%D4%DD%12%86%C3%8E%E6%A6%09t%DF%9A%AA%C7D%2C%C2%10%C5%A6j%F2%C3%B6%DB%B1%2C&srchp=76

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