2010

A proposito del 14 dicembre

14 dicembre

I COBAS, così come tutte le altre forze significative del sindacalismo di base e conflittuale, non ritenevano che dallo scontro interno al ceto politico-parlamentare di centrodestra, messo in scena in Parlamento martedi 14, nella totale afasia di contenuti alternativi al berlusconismo da parte della “sinistra” politico-istituzionale, potesse uscire alcunchè di positivo per il conflitto e per una prospettiva di significativo mutamento delle politiche economiche e sociali dominanti e condivise tra centrodestra e centrosinistra. Pensiamo infatti che se i “poteri forti” vogliono sostituire Berlusconi non è certo per spostare a “sinistra” la situazione sociale italiana: ma perché, in vista di un ancor più massiccio attacco ai salariati, ai beni comuni, all’istruzione, ai servizi sociali e ai settori popolari (e in particolare, in vista delle probabili pressioni della Commissione Europea nei confronti dell’Italia per ulteriori tagli e sacrifici popolari) vorrebbero un governo quanto più possibile “trasversale” che garantisca al massimo il consenso, ivi compreso quello di tutti i sindacati concertativi, per avere mano libera ed evitare il più possibile significativi conflitti. E ci sembra che quanto è accaduto nell’Aula parlamentare martedi confermi questo nostro giudizio.

Manifestazione degli studenti il 22 dicembre a Roma

I Cobas invitano alla massima mobilitazione in sostegno delle manifestazioni degli studenti il 22 dicembre a Roma contro la devastazione e i tagli alla scuola pubblica e contro la riforma Gelmini.

Appuntamenti alle ore 10 alla Piramide, piazzale Ostiense, di fronte il palazzo della Posta e sempre alle ore 10 all'Università La Sapienza, da dove partiranno i cortei

Sciopero giovedì 23 dicembre alla Sevel di Atessa

Sevel

MARCHIONNE IMPERA DISTRUGGENDO OCCUPAZIONE E DIRITTI
per questo miserabile mestiere va all’incasso di 80 milioni/euro !
Dopo il “diktat Pomigliano”, pretende la resa di Mirafiori, la svendita di Sevel !

Siamo tutti "Mirafiori": nessuna resa

Grazie alla firma della sigle “sindacali” di comodo Fim, Uilm e Fismic,
Marchionne e la Fiat possono ora sostenere che c’è “un accordo”, ovvero nuove
regole per cui in fabbrica ci potranno stare solo operai che lavorano anche dieci
ore al giorno, sui diciotto turni con tutto il sabato, che non si ammalano, non
scioperano, non si lamentano e che vanno a mangiare, in ferie o in permesso solo
quando il padrone lo consente.
Nuove regole per cui varcati i cancelli la democrazia sparisce definitivamente,
spariscono i diritti collettivi e lo Statuto dei Lavoratori, si irride al diritto
costituzionale di sciopero, si annulla la rappresentanza elettiva della Rsu.
Ciò che resta è la solitudine del lavoratore, abbandonato e soccombente a fronte
dell’arbitrio della azienda. Una sottomissione senza condizioni e senza alcuna
contropartita; senza prospettiva nemmeno della continuità produttiva: per tanti e
tanti – quelli già usurati dal lavoro – nella nuova fabbrica non ci sarà posto e per
chi ci entra gli investimenti annunciati non prevedono altro che una prospettiva
produttiva fumosa e incerta.
Per Marchionne manca solo ancora che a chinare la testa e a deglutire la vergogna
siano uno per uno gli stessi lavoratori della fabbrica, che saranno chiamati a
gennaio a un referendum che lo stesso A.d. Fiat vuole sia fatto in fretta e da cui
risulti a maggioranza la sottomissione ai suoi voleri.
Per questo non c’è alternativa che dire NO
e votare NO al referendum.
Oggi a Mirafiori gli operai sono chiamati a dare una prova di resistenza e di
coraggio che travalica i confini della fabbrica, di Torino e della stessa produzione
dell’auto. Sono chiamati a dire NO a un progetto che vuole distruggere pezzo per
pezzo tutti i diritti del lavoro e della tutela della qualità della vita, dentro e fuori
dallo stabilimento. Non solo per loro: il futuro del lavoro e della vita umana che si
decide ora a Mirafiori è il modello padronale per il futuro di tutte le categorie.
Per questo gli operai e le operaie di Mirafiori non possono essere lasciati soli. A
tutti deve appartenere la coscienza che qui si sta tracciando il futuro di tutto il
mondo del lavoro, della solidarietà sociale, della difesa dei beni comuni, di cui il
lavoro è “valore” che appartiene al lavoratore e non al mercato.
Sede NAZIONALE CONFEDERAZIONE COBAS:via Manzoni 55 ROMA tel. 0677591626/fax 0677206060
e-mail cobas@cobas.it
Sede MIRAFIORI TORINO: Via Cercenasco 23/c Torino Tel 0119822034
e-mail cobas@cobastorino.org

Il sangue (s)corre sui binari !

L’anno è passato. Ora, anche in ferrovia, si contano i morti del 2009.

Disastro ferroviario del 29 giugno: 32 vittime. Sono trascorsi 6 mesi e le famiglie attendono giustizia. Quanti mesi e mesi dovranno ancora passare ?

L’anno, appena terminato, è stato segnato da incidenti, scontri tra treni, deragliamenti, frane sulla linea, treni-merci a fuoco, feriti e morti sui binari.

PER UNA SOCIETA' DEI BENI COMUNI

Una giornata di dibattito sul libro di Piero Bernocchi
OLTRE IL CAPITALISMO
Discutendo di benicomunismo, per un’altra società.

Guarda gli interventi del Convegno

locandina WEB
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