Sanita e globalizzazione

SANITA’ E GLOBALIZZAZIONE

Intervento di NICOLA DELUSSU – Confederazione COBAS Italia

Rete Europea per la Difesa della Salute

In tutta Europa si assiste ad un lento processo di trasformazione dei Servizi Sanitari: in alcuni paesi questo processo è avanzato e perfettamente allineato con le direttrici mondiali della OMC (Organizzazione Mondiale del Commercio) e dell’accordo AGCS (Accordo Generale per la liberalizzazione del commercio nei servizi).

La tendenza é dunque chiara: trasformare questi servizi - in larga maggioranza di natura pubblica - in luoghi di produzione industriale della cura, dove la salute diventa una merce tra le merci e dove allo Stato non compete più la funzione di sovrintendere alla salute individuale e collettiva perché questa può essere interamente trasferita ai privati.

Questo comporta inevitabilmente una modificazione radicale delle strutture deputate ad erogare servizi, perché le stesse non devono più rispondere ai criteri di prevenzione, cura e riabilitazione ma unicamente a criteri economico - aziendali, dove le politiche sanitarie spesso si limitano a forme di speculazione economica sulle patologie.

Tutto ciò ha ricadute dirette sulla popolazione che utilizza i Servizi perché determina una vera e propria selezione sulla base del reddito fra i cittadini che possono pagare costi sempre più elevati per accedere ai Servizi. Le attuali politiche sanitarie infatti hanno individuato come maggiori responsabili della lievitazione della spesa proprio gli anziani (fasce di età > 65 anni) in quanto risultano i maggiori utilizzatori delle strutture e nel contempo i maggiori consumatori di farmaci. Saranno infatti proprio questi soggetti i destinatari delle politiche di restrizione della spesa dei Governi Europei, sia per quanto riguarda il sistema delle cure – sempre più costose – che del finanziamento degli Istituti destinati a garantire la prevenzione. É facilmente comprensibile che per la fascia di reddito medio – bassa, ed in particolare quella degli anziani, diventi sempre più difficile la garanzia di accesso alle strutture sanitarie, nei confronti delle quali si utilizzano anche forme di disincentivazione economica al consumo dei farmaci (ticket).

La conseguenza più evidente di questo processo é quindi la perdita del carattere universale del diritto alla salute, proprio per la sua irriducibilità e incompatibilità con un sistema sanitario sempre più basato sulla logica del profitto. Un sistema sanitario che garantisce le cure a tutti e tutte può reggere a due condizioni: il finanziamento fondato sul prelievo progressivo sui redditi e indipendente dal bisogno di cure, e il controllo pubblico e partecipato sulla spesa. Questo è a tutt'oggi il sistema più efficace per garantire, nello stesso tempo, la salute come fondamentale diritto dell'individuo e bene della collettività, e le cure sanitarie ai non abbienti. Inadeguatezze e limiti dei sistema sanitari pubblici - che tuttavia sono i migliori del mondo quanto a risultati di salute – sono la conseguenza del mancato rispetto di questi due presupposti.

In alcuni paesi come l’Italia questo processo ha avuto la punta di eccellenza nella trasformazione in Azienda degli Ospedali, passati da luoghi di riferimento per la cura a fabbrica di prestazioni sanitarie ed in particolare di interventi per patologie acute.

Una trasformazione essenziale perché quello a cui puntano le politiche sanitarie liberiste dei Governi Europei é la privatizzazione e la vendita delle strutture sanitarie diventate produttive: un processo che prevede l’ingresso dei capitali privati delle grandi Assicurazioni e delle Banche nella gestione di un nuovo sistema sanitario privatizzato.

Ancora una volta a discapito del reddito dei cittadini, dei lavoratori e dei pensionati, che per avere le stesse prestazioni sanitarie a cui avevano già diritto, dovranno in futuro pagare oltre alle tasse che già pagano anche una nuova Assicurazione sulla sanità.

La nuova fabbrica sanitaria così concepita deve rispondere quindi ad esigenze produttive essenziali :

  • Minimizzare i costi, facendo leva sulla riduzione del personale, aumentando vistosamente i carichi di lavoro degli operatori, utilizzando mano d’opera sottopagata e più dequalificata per i processi assistenziali.
  • Selezionare le prestazioni sanitarie più remunerative a danno di quelle meno complesse e meno convenienti economicamente.
  • Puntare ai pacchetti delle assicurazioni per soggetti sani che potenzialmente non corrono il rischio di ammalarsi, scaricando il peso delle malattie croniche sulle famiglie, cioè sul reddito familiare e sul lavoro di riproduzione sociale gratuitamente assolto dalle donne.

Le politiche neoliberiste del FMI e dell’OMC fabbricano povertà, ineguaglianze e esclusione sociale, che si accumulano nelle grandi metropoli e in tutte le periferie del mondo, negando la soddisfazione dei bisogni primari e compromettendo la capacità di lotta e la partecipazione della popolazione alle scelte che la riguardano.

Le nuove forme di esclusione sociale dal diritto alla salute sono determinate principalmente dalla ineguale distribuzione e copertura dei servizi, dovuta allo squilibrio di risorse esistente tra nazioni e regioni. Questo ha comportato l’esclusione da un diritto primario e inalienabile, come quello della salute, della parte più vulnerabile della popolazione per i tagli alla spesa sanitaria, l’aumento dei costi diretti per l’acquisto dei farmaci e delle cure, l’insufficienza dei servizi cure domiciliari, la progressiva chiusura di molti servizi territoriali, anche di quelli rivolti a persone con malattie croniche, prevalentemente anziane, per la salute mentale e per le tossicodipendenze.

Le misure di contenimento della spesa pubblica e di aziendalizzazione dei sistemi sanitari pubblici stanno negando l’accesso ai servizi proprio alle categorie sociali meno protette, come i sans papier - che costituiscono la popolazione a più alto rischio di esclusione - e alcune malattie, anche gravi, che non sono remunerative in base ai sistemi di rimborso: in sostanza, i sistemi sanitari pubblici si stanno orientando a farsi carico per intero solo della fase intensiva delle malattie, di quelle che hanno durata breve, oppure di alcune malattie croniche che hanno una certa rilevanza medica

Un’altra Sanita’ e’possibile ma fuori dalle logiche del GATS e dalla barbaria del profitto. Una sanita’ a misura di uomo e di donna rispettosa dell’ umanizzazione delle cure e della professionalita’ degli operatori.

Una sanita’ che faccia scaturire un interesse comune fra cittadini e lavoratori nella difesa di un Sistema Sanitario Pubblico, gratuito, umano ed efficiente per chi si cura e per chi lavora.

La piattaforma di Firenze, ripresa anche nel documento finale dell’Assemblea dei Movimenti Sociali rappresenta il punto di partenza di un progetto che ha come obiettivo quello di dare vita ad un movimento di massa in grado di porre con forza la rivendicazione del diritto alla salute, senza discriminazioni.

PER UNA SOCIETA' DEI BENI COMUNI

Una giornata di dibattito sul libro di Piero Bernocchi
OLTRE IL CAPITALISMO
Discutendo di benicomunismo, per un’altra società.

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