CROCEFISSI NEI TRIBUNALI: TORNA L’INQUISIZIONE?

crocifisso

Consideriamo gravissima la rimozione dalla magistratura comminata al giudice Luigi Tosti dal CSM per essersi rifiutato di tenere udienze in aule di Tribunale in cui fosse esposto il crocefisso cattolico.

Constatiamo che il Consiglio Superiore della Magistratura ha dimostrato una totale assenza di sensibilità riguardo all’abolizione di privilegi per una religione che era definita di Stato durante il fascismo, ma che, ai sensi della Costituzione repubblicana, dovrebbe avere le stesse prerogative delle altre scelte di coscienza, incluse le scelte atee e laiche.

Il crocefisso nelle aule dei tribunali è un’inaccettabile privilegio, lascito di una circolare del 1926 del Ministro fascista Alfredo Rocco, ed il permanere dei crocefissi nelle aule dei tribunali è solamente il pervicace attaccamento a privilegi inaccettabili e clericofascisti che vanno contro i principi fondamentali della libertà di coscienza e della laicità dello Stato.

Siamo a fianco del giudice Luigi Tosti e della sua battaglia civile, consapevoli che - considerando la matrice conservatrice della magistratura- seppure è difficile combattere i poteri forti ed intoccabili nel nostro paese, è sacrosanto ed indispensabile farlo.

Constatato il pesante clima da neo-Inquisizione che vige nel nostro paese e che aveva già colpito Luigi Tosti con due condanne penali ad un anno di reclusione, poi annullate dalla Corte di Cassazione e con la sospensione dallo stipendio e dalle funzioni da 4 anni, ci auguriamo che una ventata di laicità possa venire dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che già nella sentenza Lautsi si è espressa chiaramente sulla illegittima e discriminatoria presenza dei crocefissi nelle aule scolastiche scrivendo una importantissima pagina di diritto.

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