I FANTASMI DELL'OSPEDALE SANT'ANDREA DI ROMA
“Siamo realisti, chiediamo l’impossibile!”
Così recitava uno slogan del ’68. Noi ci abbiamo creduto.
DICEVANO CHE VOLEVAMO LA LUNA, ABBIAMO CONQUISTATO IL POSTO DI LAVORO!!!!
Oggi 15 Aprile 2010 i fantasmi del Sant’Andrea hanno firmato il contratto per l’assunzione pubblica nell’Azienda. Si conclude il ciclo della stabilizzazione: 159 infermieri e 60 amministrativi assunti con concorso. 140 figure tra ausiliari e amministrativi assunti tramite collocamento.Cinque anni fa è cominciata la lotta dei lavoratori esternalizzati dell’ospedale Sant’Andrea di Roma. Il Sant’Andrea, fiore all’occhiello della Sanità laziale ai tempi di Storace, era nato come l’ospedale più esternalizzato del Lazio. Nel 2005, con l’avvento della Giunta Mazrrazzo, erano ancora praticamente esternalizzati tutti i servizi, da quelli legati all’assistenza diretta a quelli amministrativi, economali, tecnici. Un esercito di oltre 400 lavoratori “fantasmi” che avevano costruito, fatto nascere e mandavano avanti questa innovativa struttura, che pur veniva chiamata “pubblica”. Ma “pubblico” al Sant’Andrea non era certo il personale. I lavoratori strutturati erano molto meno degli esternalizzati, ad esclusione dei Dirigenti medici. Per questo gli esternalizzati del Sant’Andrea si sono autonominati “fantasmi”: lavoravano ogni giorno dentro l’ospedale, ma nessuno sapeva esattamente neanche chi fossero. Quando questi hanno sollevato la testa è nato il Coordinamento dei lavoratori fantasma del Sant’Andrea, che insieme al Cobas ha iniziato una lunga e, a detta di tutti, impossibile battaglia: quella per la reinternalizzazione dei servizi e la stabilizzazione dei lavoratori delle Cooperative. Chi ha seguito in questi anni questa lotta o chi ha semplicemente letto i giornali e visto la televisione (ricordiamo per tutti i tre servizi di Report) sa quanto sia stata dura. Una lotta nella quale Cobas e fantasmi non hanno fatto sconti a nessuno, soprattutto alla Giunta di centro-sinistra. Sotto a quella Giunta abbiamo passato per cinque lunghi anni intere giornate ad aspettare e urlare per ottenere ben tre leggi e varie delibere che permettessero la stabilizzazione. Abbiamo passato interminabili ore in assemblee e riunioni a spiegare alle menti dei potenti come la reinternalizzazione dei servizi e la stabilizzazione dei lavoratori producessero un risparmio per le casse regionali ed un aumento della qualità dell’assistenza. Ma nessuno sembrava,o voleva, capire. Toccare gli interessi dei grossi padroni delle Cooperative laziali non è certo cosa da poco in una regione dove l’unica voce di bilancio che continua a levitare è quella dei “beni e servizi”. Insomma Storace ci aveva creato e Marrazzo non aveva il coraggio di mettersi contro le Cooperative, rosse o bianche che fossero. Pochi compagni di viaggio in cinque anni di lotta : qualche consigliere regionale e assessore, che il meccanismo del piano di rientro ha subito espropriato di ogni iniziativa, la buona volontà della Direzione Generale, la disponibilità della Provincia nell’individuare un percorso di fattibilità, la solidarietà dell’opinione pubblica, degli utenti, dei giornali, la solidarietà e la mobilitazione degli altri esternalizzati del Lazio. Molti si sono invece seduti aspettando che questa lotta morisse da sola, per stanchezza e inerzia: i sindacati, la maggior parte della Giunta regionale, i funzionari di governo prima e dopo il commissariamento . Ma quello che di importante è veramente successo è che altri fantasmi hanno preso coscienza della loro condizione ed hanno cominciato a lottare. Ci sono state assemblee comuni, lo sciopero della fame degli esternalizzati del Policlinico, occupazioni, presidi, manifestazioni. Certo le prime stabilizzazioni potevano iniziare già tre anni fa e oggi non saremmo stati solo noi fantasmi del Sant’Andrea a festeggiare. Ma il potere è duro da intaccare: ci sono voluti cinque anni e due elezioni per far finta di capire e ascoltare la voce di chi nella Sanità ogni giorno ci lavora e ne conosce i mille difetti e segreti. Oggi festeggiamo con la tristezza nel cuore per i nostri compagni-fantasmi degli altri ospedali che per ora non ce l’hanno fatta. Questi cinque anni ci sono anche serviti a comprendere come la solidarietà tra chi lotta è il nostro punto di forza per abbattere il muro di omertà e clientelismo che ci circonda. Per questo continueremo a mettere la nostra esperienza e la sperimentazione del nostro percorso di stabilizzazione al servizio di tutti gli altri fantasmi del Lazio e delle altre Regioni.
BISOGNA VOLERE LA LUNA,
CREDERCI FINO IN FONDO,
E SE LA LUNA NON VUOLE SCENDERE…
ANDARSELA A PRENDERE!
Cobas Sant’Andrea Coordinamento lavoratori fantasma del Sant’Andrea
15/04/2010