23 ottobre: per il movimento Notav non c’è “zona rossa” che tenga
Oggi il movimento Notav ha dimostrato ancora una volta la sua determinazione.
Più di diecimila persone si sono concentrate a Giaglione condividendo l’obiettivo della opposizione al Tav ed alla militarizzazione della valle, l’assedio al “non-cantiere” e il taglio delle sue reti. Alla fine di una settimana, in cui in ogni modo si è cercato di criminalizzare questo movimento e il corteo, altri ostacoli sono stati posti ai manifestanti: la creazione di una zona rossa di due km di raggio presidiata da quasi duemila tra poliziotti, carabinieri, guardia di finanza e cacciatori delle Alpi, e l’erezione di altre reti sul percorso. Non basta: il fermo poliziesco della stazione di Susa, e numerosi, ripetuti controlli stradali di chi arrivava in auto cercavano di sconsigliare o quantomeno di ritardare l’arrivo a Giaglione. Ma non è servito.
Il movimento non si è fatto intimidire e il corteo ha marciato perseguendo le regole approvate in assemblea - tutti a volto scoperto, e senza prestarsi allo scontro - ma al tempo stesso violando a metà percorso la nuova rete alzata nella notte, poi con tre diversi cortei -nei boschi attraverso impervi sentieri e sulle rocce del torrente- aggirando le forze dell’ordine; infine le migliaia di persone si sono ricongiunte nel cuore della “zona rossa”, la Baita Clarèa.
Alla Baita Clarèa l’assemblea valsusina ha giustamente rivendicato la riuscita e i risultati politici della giornata e stabilito il percorso prossimo del movimento. Il taglio delle reti è solo rimandato, ogni domenica dell’anno sarà buona per praticarlo e, se il potere vuole proseguire quest’opera devastante, sappia che dovrà aumentare a dismisura le spese già enormi (90.000 euro al giorno) per militarizzare la valle: questa domenica è costata 200 euro al giorno per ogni singolo poliziotto, ovvero circa 400.000 euro !!
Una splendida giornata, quindi, alla quale abbiamo partecipato condividendo soddisfazione, entusiasmo, cori e canti con quel soggetto collettivo che è il popolo valsusino. E non ci dispiace affatto di aver lasciato a bocca asciutta e con le pive nel sacco tutti quelli che avevano puntato a un epilogo diverso e ad un indebolimento o a una deriva del movimento Notav; che, al contrario, ha dimostrato oggi di essere ancora più determinato e forte.
Torino, 23 ottobre 2011
Confederazione Cobas