ESUBERI TELECOM : FIRMATO L’ACCORDO.
CONTRATTI DI SOLIDARIETA’, SACRIFICI ECONOMICI ENORMI, NESSUN INVESTIMENTO, NESSUNA CERTEZZA.
Il 26 e 27 Ottobre Telecom Italia ha incontrato il COORDINAMENTO NAZIONALE RSU e le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM, UGL 1 e UGL 2, per illustrare il piano per la SOLIDARIETA’ e proseguire il confronto sulle uscite di personale (ART. 4 Legge Fornero).
Al termine degli incontri l’azienda ha presentato due blocchi di ACCORDO, sottoscritti prontamente da FISTEL-UILCOM-UGL1-UGL2. Si tratta dell’accordo sui contratti di solidarietà per 30412 PERSONE, con alcune appendici legati all’uso della BANCA ORE su cui confluiranno gli straordinari dei TECNICI OPEN ACCESS, il prestito a SOSTEGNO DEL WELFARE e l’UNA TANTUM. Infine l’altro accordo regola a norma di legge le uscite per l’ART. 4 della Legge Fornero.
I principali settori esclusi dagli ammortizzatori sociali sono quelli dei tecnici ON FIELD, i settori di supporto come Delivery, Assurance e JM, quelli in turnazione H24, i negozi sociali, i soliti dirigenti.
La lettura degli accordi permetterà a tutti e tutte di conoscere i vari aspetti, compreso il nuovo calendario della “solidarietà” con la quale verranno gestiti 2600 esuberi (2800 a inizio trattativa).
Le ultime fasi della trattativa ci parlano di una AZIENDA che ha provato in tutti i modi – SENZA RIUSCIRCI - a legittimare il ricorso ai contratti di solidarietà, presentando 172 SLIDE di studio per singola attività produttiva soprattutto nelle aree di STAFF coadiuvata, in questa opera di inutile convincimento, dai sindacati CONCERTATIVI.
A nulla sono valse, purtroppo, le osservazioni sollevate (dai COBAS, da SLC-CGIL, SNATER, CUB) sul LAVORO CHE VA FUORI in ambiti importanti dell’Azienda, sulla necessità di procedere ad una effettiva riconversione delle professionalità, sulla necessità di far funzionare meglio i processi e la commercializzazione dei servizi, di procedere ad un vero taglio dei privilegi di cui gode ancora oggi una parte importante dell’Azienda. Operazioni da affiancare ad un piano di sviluppo soprattutto sulla rete di nuova generazione che sfrutti e valorizzi le professionalità interne contenendo i costi dell’appalto esterno che non presentano alcuna garanzia di efficacia.
TELECOM ITALIA HA SCELTO DI FAR PAGARE ANCORA AI PROPRI LAVORATORI E LE PROPRIE LAVORATRICI il costo del lavoro, con una perdita secca sulle retribuzioni per altri tre anni, che si sommano a quelle subite negli ultimi 5 anni. Una scelta che oltre tutto non tiene conto degli scenari in continuo cambiamento sul futuro della rete, sulla discussione in atto con il soggetto regolatorio e che regala al nuovo azionista di maggioranza relativa VIVENDI’ un azienda con 2600 eccedenze di personale certificate, cui si aggiungono quelle dell’INFORMATION TECNOLOGI (200) e il personale già conteggiato tra gli esuberi della MOBILITA’ VOLONTARI prevista dall’accordo del 21 settembre.
TELECOM ITALIA non è riuscita a dimostrare alla delegazione sindacale dove sono collocati gli esuberi che secondo noi non esistono. Le organizzazioni sindacali che hanno sottoscritto l’accordo (FISTEL-CISL, UILCOM, UGL con i loro delegati RSU) si sono mostrate sorde avallando quindi le scelte aziendali.
La delegazione aziendale non ha voluto aprire alcuna discussione sui settori in sofferenza per la carenza di personale (e sui quali bisognerebbe investire con una reale redistribuzione e riconversione delle risorse), per la inadeguatezza dei processi messi in atto dalle linee tecniche, per gli strumenti di lavoro (software/hardware) di supporto vetusti che rallentano i processi lavorativi.
Nulla sulla operazione di DECOMISSIONING DELLA RETE, sulla posa dei nuovi apparati, sull’assenza di commercializzazione dei servizi nelle zone coperte dalle nuove infrastrutture costruite con i contributi pubblici (PROGETTO MISE), sulle spese eccessive nei settori di Creation.
Eppure, l’azienda aveva la possibilità di trovare il consenso di tutte le organizzazioni sindacali (compresa la nostra) sulla MOBILITA’ e sull’uscita di personale per effetto dell’ART. 4 della Legge Fornero e un piano di rilancio delle attività, senza ingessare tutta la struttura organizzativa con una nuova solidarietà.
Ha scelto invece i sacrifici, alleviandoli con un obolo debole che è una vera e propria caduta di stile: l’una tantum al termine del periodo di solidarietà per risarcire il personale ma solo a patto di un superamento del numero di esuberi e il prestito (irrisorio) per il sostegno al reddito da restituire in comode rate.
Una operazione finanziaria quindi per concretizzare, anche questa volta, con i nuovi strumenti previsti dal JOBS ACT, un contenimento del costo del lavoro senza investimenti reali, senza un progetto industriale e cedendo le attività più pregiate.
LA PAROLA PASSA AI LAVORATORI E ALLE LAVORATRICI:
Le ELEZIONI RSU previste nelle prossime settimane ci faranno capire se i lavoratori e le lavoratrici di TELECOM ITALIA avranno il coraggio di cambiare e dare spazio a organizzazioni sindacali che tutelino effettivamente i nostri diritti e le prospettive di questa azienda o se invece continueranno a sostenere organizzazioni che non hanno nessuna intenzione di mettere in discussione le scellerate scelte aziendali.
Roma 27/10/2015 COBAS TELECOM