Il tentativo di boicottaggio MIUR-Invalsi si è rivelato un clamoroso autogol
Il tentativo di boicottaggio MIUR-Invalsi si è rivelato un clamoroso autogol, ingigantendo gli scioperi del 5, 6 e 12 maggio contro il Ddl Renzi e i quiz Invalsi.
Renzi sta cercando di frenare la lotta con qualche emendamento, ma la sua legge va ritirata in blocco e i precari assunti “in ruolo” con decreto urgente.
Il 5 maggio le manifestazioni per il ritiro totale del ddl si svolgeranno a Roma (ore 10 al MIUR, ore 12.30-18 “Circondiamo il Parlamento” a P. Montecitorio), a Torino, Genova, Padova, Firenze, Bologna, Pescara, Cagliari, Palermo, Catania, Siracusa e Trieste.
Il gioco delle parti tra il MIUR della ministra Giannini e l’Invalsi della presidente Aiello per il boicottaggio degli scioperi del 5, 6 e 12 maggio non ha funzionato: il rinvio dei quiz del 5 alle Elementari è stato anzi un clamoroso autogol che sta ingigantendo la voglia di scioperare ed ha gettato una luce sinistra sulla assoluta impopolarità dei quiz Invalsi. Anche i meno informati tra docenti ed Ata, studenti e famiglie hanno saputo che: a) il MIUR rinuncia per tre giorni alla propria “sovranità” sulle scuole e la cede ad una struttura privata che nulla ha a che fare con l’istruzione pubblica; b) non c’è ragione alcuna che imponga a presidi, docenti, Ata e studenti di obbedire agli illustri sconosciuti invalsiani e di giocare per tre giorni agli indovinelli, interrompendo l’attività didattica; c) i presidi, che dovessero attuare il rinvio, rischiano di pagare il prezzo della furbata Giannini-Aiello - essendo la controparte amministrativa e sindacale di docenti ed Ata - e di venire denunciati per attività anti-sindacale e anti-sciopero.
Ricordiamo che, per quel che riguarda gli scioperi dell’intera giornata, convocati dai COBAS, del 6 maggio (alle Elementari) e del 12 (alle Superiori), avendo chiaro il peso economico per chi avrà già scioperato il 5, proponiamo di formare nelle scuole Casse di resistenza per rimborsare coloro che, scioperando, bloccheranno i quiz;mentre per il 7, non essendo possibile (legge 146/90) scioperare per tre giorni consecutivi, dovrà operare il boicottaggio nelle scuole, secondo le modalità che stiamo diffondendo (con quelle che riguardano le Casse di resistenza) nel nostro vademecum distribuito nelle scuole e scaricabile dal sito www.cobas-scuola.it.
Una grande importanza per cancellare totalmente il Ddl Renzi l’avrà la riuscita plebiscitaria dello sciopero del 5 e delle manifestazioni. Però, non possiamo ignorare il lavoro che Renzi sta facendo per depotenziare la lotta, offrendo alcuni emendamenti che non muterebbero la distruttività della legge, e che la maggioranza delle direzioni dei Cinque sindacati monopolisti si è già pronunciata a favore di un suicida cedimento alla manovra governativa. Perciò è fondamentale la scelta che faranno gli scioperanti: ai cortei dei COBAS si chiederà il ritiro totale del Ddl e un decreto urgente per l’assunzione dei precari; ai cortei dei Cinque, la maggioranza dei dirigenti chiederà emendamenti e si preparerà ad accettarli. Non a caso a Roma i COBAS manifesteranno nei due punti-chiave del conflitto, al MIUR (ore 10) e poi dalle 12.30 alle 18 con l’iniziativa “Circondiamo il Parlamento" a P. Montecitorio, durante le votazioni alla Camera del Ddl, mentre i Cinque si chiuderanno nella solita Piazza del Popolo, ben lontani dai Palazzi ove si decidono le sorti della scuola pubblica. E manifestazioni per la cancellazione totale del Ddl, regionali o provinciali, si svolgeranno anche a Torino, Genova, Bologna, Firenze, Padova, Pescara, Cagliari, Palermo, Catania.
Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS
2 maggio 2015