Positiva la convergenza degli altri sindacati sullo sciopero del 5 maggio, da tempo convocato dai COBAS.
Ma l’obiettivo è il ritiro del Ddl Renzi, non qualche emendamento.
Negativa invece la rinuncia ad una grande manifestazione nazionale del popolo della scuola pubblica
I COBAS hanno denunciato, fin dalla sua prima presentazione, la gravità del Piano Renzi per la scuola che, con il ricatto dell’assunzione dei precari, assomma in un unico provvedimento tutto il peggio dei progetti di scuola-azienda e scuola-miseria avanzati dai governi di centrodestra e centrosinistra degli ultimi venti anni, a partire dalla distruttiva “autonomia” di Berlinguer. Abbiamo anche avversato, come strumenti decisivi per la cattiva scuola renziana, l’Invalsi e i suoi insulsi indovinelli con i quali si vorrebbe valutare la “qualità” di scuole, docenti e studenti, premiando e punendo in base a quiz che degradano e ridicolizzano la didattica e il lavoro docente.
Per questo abbiamo invitato da tempo, e seppur da soli, docenti ed Ata a scioperare e a manifestare per la cancellazione della cattiva scuola di Renzi e per il boicottaggio delle prove Invalsi, nei giorni di tali prove a maggio. Dopodiché, con la pubblicazione del Ddl definitivo – in cui, sparite le 150 mila assunzioni, si affida la scuola ad un preside padrone, che dittatorialmente stabilirebbe le assunzioni, i licenziamenti, la didattica, i premi e le punizioni per docenti ed Ata, scimmiottando l’aziendalismo alla Marchionne, trasformando gli studenti in apprendisti e imponendo la continua riduzione dei finanziamenti mentre aumentano quelli delle private – è vistosamente cresciuta l’opposizione alla cattiva scuola anche tra tanti docenti ed Ata non appartenenti ai COBAS, che hanno esercitato una forte pressione sui propri sindacati affinché si arrivasse ad uno sciopero generale unitario e ad una grande manifestazione nazionale in coincidenza con le prove Invalsi, su due obiettivi chiarissimi: 1) il ritiro del disegno di legge considerato non emendabile; 2) lo stralcio dal Ddl di un decreto per l’assunzione di tutti i precari che da anni lavorano nella scuola.
Sotto questa unanime pressione, Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda hanno finalmente deciso anch’essi lo sciopero generale della scuola per il 5 maggio, una delle giornate di sciopero da noi già convocate: e questo è un risultato positivo che rivendichiamo come frutto del nostro lavoro, anche se sarebbe stato preferibile che la scelta fosse caduta sul 12, giorno in cui da tempo tante strutture studentesche hanno deciso di boicottare i quiz alle Superiori.Ma comunque il 5 maggio per la prima volta negli ultimi 30 anni i sei principali sindacati della scuola sciopereranno insieme e diverrà possibile far chiudere la quasi totalità delle scuole italiane, nonché far saltare la stragrande maggioranza delle distruttive prove Invalsi alle Elementari: anche se sulla giornata del 5 pesa negativamente la rinuncia alla manifestazione nazionale, invocata dal popolo della scuola pubblica come la spallata decisiva alla cattiva scuola renziana e ad un Ddl che non è emendabile ma da rigettare “in toto”. A questo proposito, invitiamo di nuovo gli altri cinque sindacati a modificare le proprie decisioni affinché si possa raccogliere la grande spinta diffusa verso la manifestazione nazionale a Roma.Se tale invito non verrà accolto, daremo vita a manifestazioni nelle principali città. Infine, insieme allo sciopero del 5 in tutti gli ordini di scuola, confermiamo anche gli scioperi per il boicottaggio dei quiz Invalsi del 6 maggio (Elementari) e del 12 maggio (Superiori).
Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS
22 aprile 2015