Basta con la Didattica a Distanza, la Scuola è un'altra cosa, a settembre tutte/i in classe in sicurezza.

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Tutti/e a scuola in sicurezza. No alle classi pollaio. Sì all’assunzione di docenti ed ATA. Sì a investimenti nell’edilizia scolastica

Nel corso degli anni, abbiamo assistito a un costante incremento del numero di alunne/i per classe, che oggi, sulla base delle norme esistenti potrebbero  arrivare fino a 30 e oltre. Invece di ridurre le "classi pollaio", come affermato pubblicamente, il Governo, tramite gli Ambiti Territoriali Provinciali (gli ex Provveditorati) sta comunicando in questi giorni che salteranno molte prime classi della scuola secondaria di I e II grado e molte terze classi nella secondaria di II grado.

In queste condizioni, è penalizzato il percorso didattico-educativo e non è garantito nessun “distanziamento”. In sostanza, invece di consentire la ripartenza della didattica in presenza a settembre con aule meno affollate, il Ministero preferisce approfittare dell'occasione per ridurre classi e organici e, nel frattempo, carica su docenti e ATA tutte le difficoltà legate al recupero delle attività che in quest'anno scolastico non si sono potute svolgere per effetto dell'attuale sospensione.

Piuttosto che pensare soltanto a finanziare DaD e attrezzature digitali, costringendo docenti e famiglie a supplire a quanto il Ministero non vuole fare, sono necessari:

  • la riduzione del numero di alunni/e per classe
  • un incremento  conseguente dell'organico docente (immissione a tempo indeterminato dal primo settembre 2020 di tutti i “precari” con 3 anni di lavoro) e ATA;
  • interventi urgenti edilizia scolastica con stanziamenti consistenti (almeno un punto di PIL in più destinato alla scuola), per acquisire, adeguare e attrezzare classi, palestre, laboratori, spazi aperti;
  • un ripensamento non solo dell’architettura scolastica ma anche degli spazi urbani a misura di bambini/e, ragazzi/e;
  • un rovesciamento delle politiche degli ultimi trent’anni di dimensionamento e accorpamento degli istituti: con un ripristino delle “scuole di prossimità” (così come è necessario ripristinare una sanità di prossimità);
  • interventi incisivi di welfare studentesco: trasporti e libri di testo gratuiti, per tutti gli ordini e gradi di scuola, bonus studio, interventi previdenziali per genitori.

Il diritto all’istruzione, non può diventare un fatto privato, insieme con studenti e genitori, i Cobas mettono al centro  la difesa della scuola pubblica statale, in tante situazioni unico presidio di partecipazione e democrazia. Basta propaganda: la Scuola - come la Sanità – dopo anni di tagli di miliardi di euro, ha bisogno di un finanziamento straordinario.

 Manifestazioni stanziali e in sicurezza si terranno il 3 giugno a Ravenna (p. del Popolo, ore 15), il 4 giugno a Pisa (p. del Cavalieri, ore 17), il 6 giugno a Bologna (p. Jachia, Giardini Margherita, ore 16), a Grosseto (p. Dante, ore 9.30), a Salerno (p. Portanova ore 10), a Torino (p. Castello, ore 17), a Palermo p. Politeama ore 11, a Perugia p. IV Novembre ore 17, il 9 giugno a Livorno (p. Cavour, ore 18); il 10 giugno a Genova p. De Ferrari  ore 17 e in varie altre città, le cui date e piazze verranno comunicate nelle prossime ore.

 RIAPRIAMO la scuola in piazza! Riapriamo le piazze alla SCUOLA!

 

Esecutivo nazionale COBAS–Comitati di base della Scuola

 1 giugno 2020

PER UNA SOCIETA' DEI BENI COMUNI

Una giornata di dibattito sul libro di Piero Bernocchi
OLTRE IL CAPITALISMO
Discutendo di benicomunismo, per un’altra società.

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