PNRR DI GUERRA , FOSSILE , SPRECHI E PROFITTI
di Vincenzo Miliucci
Ricapitolando. Stante le crisi sistemiche-sociali-climatiche e oltremodo quella pandemica, la UE ha votato per la prima volta i " crediti per la ripresa", aggiudicando all'Italia la cifra più alta, 191 miliardi,di cui 68 a fondo perduto e 123 di prestiti da restituire, a fronte di progetti-riforme conformi alla modernità capitalista(PNRR),approvati dalla Commissione UE con rate in progress fino al 2026. Poi è arrivata la guerra di aggressione russa all'Ucraina e la palla al balzo colta dalla Nato con il sostegno alla guerra attraverso i diktat del riarmo e dell'economia di guerra, che hanno impoverito la popolazione europea con le gabelle dei moltiplicati prezzi dell'energia, dei generi alimentari, delle altre materie prime e dei prodotti trasformati: l'inflazione ha superato le due cifre e il costo del denaro è volato , imponendo surplus di costi dei mutui casa e crisi bancarie.
Il governo Meloni è entrato in carica quando era già in corso la 2° rata del PNRR e si apprestava a riscuotere la 3° rata,quando da novembre 2022 in poi, il governo si è " accorto" di non poter dare esecuzione a quei progetti, anche perchè buona parte di questi erano: "fasulli,mancanti, in ritardo; altri ancora da cancellare: prendiamo solo i soldi che possiamo spendere". In soccorso del governo Meloni si spendeva il Commissario all'Economia Gentiloni garantendo " più tempo" per permettere la riscrittura di alcuni progetti e la ricontrattazione dell'intero pacchetto fondi anche in funzione dell'aggiunto "RePowerEU". Ovvero, l'aggiornamento della politica energetica EU, formalmente improntata alla transizione ecologica (Green New Deal), sostanzialmente in continuità con lo sviluppo fossile, stante il recente voto con cui la Commissione EU a maggioranza ha approvato di finanziare "nucleare+gas in quanto energie verdi"e addirittura il governo Meloni sponsorizza "l'Italia come HUB del gas"!
Solo che,oltre a questi guai - frutto di confusione, impreparazione, ritardi - il governo Meloni non ha fatto i conti con l'enorme debito acquisito. Infatti, l' UE si appresta a ripristinare entro il 31 dicembre 2023 il Patto di Stabilità, costringendo i paesi ad alto debito come l'Italia alla riduzione del rapporto debito/PIL rispetto ai livelli di inizio periodo e al rientro nel parametro deficit - PIL al 3% con la riduzione annua dell' 0,5% per 4 anni (15 Mld/anno), o dell' 0,4% per 7 anni( 8Mld/anno): di fatto il commissariamento della politica di bilancio che comporterà pesanti ostacoli sociali, in quanto la presunta modernità del paese potrà avvenire solo a scapito della spesa pubblica, dei salari e delle pensioni. La Germania si fa capofila del ripristino rigido-geometrico del Patto di Stabilità alla vigilia delle elezioni UE. Mentre il governo Meloni cercherà di contrattare fino all'ultimo condizioni "migliori per un paese ad alto debito", cercando di ottenere il diffalco del debito contratto per gli investimenti PNRR e quelli per la spesa militare proUcraina/Nato, magari in cambio della ratifica del nuovo MES, il famigerato Fondo Salva Stati che costrinse la Grecia alla fame.
Cosa resta del PNRR? Il ministro del PNRR/AffariUE Fitto, in una recente audizione in Parlamento, ha chiesto "l'aiuto a tutto l'arco parlamentare nell'interesse del paese", parlando di "operazione verità" che verrà evidenziata a maggio 2023 nella Relazione Governativa sullo stato del PNRR :"dove bisognerà trovare le soluzioni alle difficoltà e ai problemi emersi,..... ragionare subito sugli obiettivi impossibili da raggiungere e su quelli da correggere,.....va revisionato il sistema di governance,centralizzando strutture e competenze per rendere più veloce l'iter decisionale". Dei 235 Mld disponibili tra risorse UE e nazionali (annunciati dal 5 maggio 2021) finora ne sono stati spesi solo 10! Il che mette in serio dubbio la capacità di spesa, anche a fronte della cronica difficoltà della Pubblica Amministrazione e delle Regioni, gli enti attuatori, di cui il governo si fida poco, visto che intende accentrare in sue mani la governance con un decreto. Dopo aver incassato le prime 2 rate per i 25 obiettivi raggiunti, la 3° rata di 19 Mld ha avuto bisogno di due mesi di proroga (scadenza 30 aprile) per rimodulare altri 30 obiettivi. Tra cui quelli sugli " asili nido"(4,6 Mld) il cui affidamento dei lavori è in ritardo :dovrebbe avvenire entro il 30 giugno, mentre non se ne parlerà che a fine estate! In tempo per essere in funzione nel 2026 !!
Alla faccia della spudorata propaganda sull' "incentivo alla natalità", caposaldo del programma Meloni. Del resto che c'è da meravigliarsi ?! La Commissione UE accusa costantemente l'Italia di aver speso dal 2014 al 2020 solo il 6% delle risorse disponibili per sostenere i servizi all'infanzia e l'occupazione giovanile. Balorda retorica la lamentazione sul "perchè non si fanno figli,....sui giovani fannulloni,...sui cervelli in fuga all'estero" : l'Italia è un paese per vecchi, simile a Crono che divora i propri figli !
Pur non pretendendo da questa classe politica il cambio di cultura-visione in senso anticapitalista, il ripetere del mantra "PNRR nell'interesse nazionale" avrebbe dovuto imporre scelte conseguenti in funzione del benessere della collettività."Manco pa' capa". Vedi i risibili investimenti per sanità,scuola,casa,trasporto pubblico,assistenza sociale : la testimonianza della mancanza di volontà politica a risolvere i veri problemi del paese, che vengono lasciati all'incuria fino allo sfacelo,per poi consegnarli alla mercificazione e alla speculazione privata.
Mentre all'inverso c'è la piena disponibilità dei Fondi per sostenere il riarmo e l'industria bellica,tanto che il Commissario al Mercato Unico Breton, nell'incontro avuto a Roma lo scorso 12 aprile con Meloni e Crosetto, ebbe a dire "l'Italia ha difficoltà a spendere i soldi del PNRR, ma ha tutte le carte in regola per contribuire a rafforzare la capacità bellica europea". Nella progettazione del PNRR si è continuato con miriadi di opere dispersive, nella logica di quelle "inutili-dannose-costose", simil TAV. Con l'aggiunta delle cosidette riforme confacenti il PNRR - legge Esemplificazione, legge Liberalizzazione Appalti,legge Concorrenza - che hanno reso solvibili tutte le precedenti normative cautelari sullo sfruttamento dell'uomo e della natura. Così da dare carta bianca all'improvvisazione, alla speculazione e alla malavita, e a cui in chiave dispotica si aggiungono le previste riforme istituzionali, dell'Autonomia differenziata e della revisione della Costituzione.
Anche il budget di spesa più ponderoso (la metà dell'intero importo PNRR), quello destinato all'energia e alla mobilità, mantiene la stessa impronta. In campo energetico la scelta verso le rinnovabili contenuta nel RePowerEU, è contradetta dai sostanziosi finanziamenti alle multinazionali del fossile, con progetti altamente inquinanti quali il biogas,la cattura della CO2, l'idrogeno da fossile e altre porcherie. Da ultimo, la folle impresa " Italia HUB gas" voluta a tutti i costi dal governo Meloni , che per l'occasione sfrutta demagogicamente la figura del fondatore dell'ENI, Mattei, per impestare il Bel Paese con gasdotti,rigassificatori,depositi GNL, contestati ovunque dalla popolazione pesantemente oberata da esose bollette dovute a questi ulteriori sprechi. Enormi sprechi di risorse e velleitari deliri di potenza da stoppare subito ! Perchè vanno a danno del sostegno alle energie rinnovabili+Comunità Energetiche, che già nel 2030 potrebbero fornire oltre il 70% del totale dei consumi, limitando al minimo il consumo di gas in Italia (dimezzando l'attuale consumo di 60Mld/m3), al pari di quanto avviene in Europa.
Sul versante mobilità, il sistema mantiene le stesse caratteristiche , articolato e coniugato attraverso "nuove autostrade, grande portualità, alta velocità ferroviaria, intermodalità". Già la globalizzazione aveva imposto la rapida circolazione delle merci e la concorrenza al massimo ribasso. La scelta padronale, oltre alle restrizioni imposte al costo del lavoro, fu la riduzione dei costi generali, con l'abolizione dei propri magazzinaggi per i rifornimenti viaggianti della logistica: uno spietato mondo di sfruttamento basato su appalti-subappalti ,causa di incidenti-morti al lavoro e sulle autostrade, oltremodo intasate da interminabili catene di Tir, un pericoloso costo sociale in termini di inquinamento e danni alla salute, che il padronato scarica sull'intera popolazione. E', invece, possibile oggi avviare l'intermodalità, ripristinando la prevalenza del trasporto merci su rotaia, dopo che in 35 anni è stato ridotto a un lumicino da quello esclusivo su gomma ?! Peraltro, le poche merci che ancora viaggiano su rotaia sono diventate pericolose (come ricordano la strage di Viareggio e il recente disastro di Firenze) a causa della vetustà del materiale rotabile e della scarsa manutenzione della rete. Senza una scelta politica e la realizzazione di una infrastruttura ferroviaria conseguenti, che auspichiamo ma che non c'è , i progetti PNRR sull'intermodalità sono solo una pia illusione.
Invece, il governo vota l'ulteriore spreco del Ponte sullo Stretto il simbolo di una destra di governo, cialtrona, nostalgica, illusoria , che soggiace ai diktat della UE e della Nato nella perpetuazione capitalista e guerrafondaia.
Quello che manca in assoluto nel PNRR è l'individuazione di obiettivi fondamentali in grado di dare soluzione agli annosi problemi di arretratezza del Paese, aggravati dalla crisi climatica che sta modificando l'ecosistema mediterraneo in quello a carattere subtropicale.
In cima a tutti i problemi il PNRR italico avrebbe dovuto porre la vitale risorsa " acqua dolce e potabile". Anche a fronte di moltiplicate stagioni siccitose che devastano le tradizionali colture. Sono necessari almeno 20 miliardi per recuperare le perdite degli acquedotti (42% di media, con punte del 55%) : nel PNRR ne sono previsti 4 Mld e per giunta insieme a opere di risanamento idrogeologico (che meriterebbero da sole 10Mld/anno, per almeno 10 anni di seguito). Poco o nulla la spesa per " raccogliere l'acqua piovana e le portate dei fiumi". Eliminando al contempo gli usi impropri dell'acqua, quali quelli delle colture e allevamenti intensivi, agrindustria per "biocarburanti". Del tutto assenti, i progetti per impianti in grado di bloccare il salino, che dall'Adriatico risale fino oltre 30Km lungo il Po,Adige,Tagliamento,.., bruciando qualsiasi coltura-raccolto. L'incipiente desertificazione dei suoli, che già distrugge migliaia di ettari a Sud, si diffonde a Nord rendendo critica la vita, laddove era fertile e rigogliosa.
Nonostante gli avvertimenti " sensazionali" messi in atto da Ultima Generazione e da tanti di noi che combattono da decenni per la salvaguardia del Pianeta dalla distruzione capitalistica, il PNRR ignora quasi completamente questi problemi, votato com'è allo sfruttamento intensivo delle ultime risorse, in una competizione cannibale dove è sempre più diffusa la guerra, e non si ha neanche più il pudore di nascondere l'utilizzo della catastrofe atomica. Fuori dalla guerra, dal fossile, dagli sprechi e dal profitto!