Pisa, i dipendenti occupano la stanza del sindaco per protesta contro il taglio del salario accessorio
I dipendenti comunali di Pisa questa mattina hanno occupato la stanza del Sindaco Filippeschi, per protestare contro i tagli al salario accessorio.
I comunali riuniti in assemblea dalla Rsu, dal Cobas pubblico impiego e dalla Cgil funzione pubblica, hanno deciso di dar corso a questa iniziativa perché nei giorni scorsi l'amministrazione comunale ha presentato una proposta di ripartizione del fondo salario accessorio con una diminuzione, rispetto al 2013, di circa 400 mila euro che corrispondono a circa 400 euro in meno di produttività a dipendenti.
Da anni i/le dipendenti Enti locali sono sotto attacco dai Governi, dalla funzione pubblica e dalla Corte dei Conti i cui appunti ai contratti decentrati hanno determinato non solo la messa sotto accusa di delegati Rsu (come al Comune di Firenze) ma perdite salariali con la richiesta ai dipendenti di restituire somme "indebitamente" erogate all'interno di contratti decentrati giudicati "non in linea" con le normative di Legge
Il decreto Salva Roma ha salvato dirigenti ma ha messo solo una pezza perchè in numerosi enti locali gli attacchi al fondo della produttività continuano impereterriti e si vanno chiedendo indietro i soldi non ai dipedenti ma ricorrendo alla decurtazione della parte fissa dei fondi della produttività il che determina per i prossimi anni meno salario accessorio per tutti\e.
"La diminuzione del salario- dicono Federico Giusti e Stefania Corucci del cobas- avviene in un momento di forte contrazione del potere di acquisto conseguente alla politiche dell’attuale e degli ultimi governi, , della BCE che da decenni attaccano il lavoro e i lavoratori, smantellano lo stato sociale (previdenza, sanità, scuola, lavoro, cultura), mentre aumentano le spese militari; l’Amministrazione e i Dirigenti non hanno attivato piani riorganizzativi per una migliore funzionalità dei servizi. e così facendo hanno rinunciato a recuperare le somme da stanziare sulla produttività". "Il conto viene presentato allora al personale - continuano Giusti e Corucci - senza avere ridotto le spese per la politica, senza diminuire le spese per le Posizioni organizzative e per i dirigenti il cui numero è rimasto invariato nonostante il personale comunale sia passato da oltre 900 unità a 730".
Il copione è già stato visto in tanti altri Comuni dove i servizi sono lasciati volutamente allo sbando da sindaci preoccupati non dei cittadini e dei servizi ma dai loro programmi di mandato che sono sempre in linea con i tagli imposti dalla Bce e dal Governo. Il personale comunale ha annunciato altre forme di lotta e sembra proprio che la mobilitazione sia solo all'inizio