Il 25 Aprile non è solo una festa, è memoria e lotta
Oggi, nelle piazze delle nostre città abbiamo sfilato per festeggiare, ricordando quanto dobbiamo a chi ha combattuto per le libertà politiche, civili e sociali di questo paese; tanto è stato fatto, la dittatura e l'occupazione straniera sono ormai un incubo lontano. Ma c'è ancora tanto da fare.
Le leggi Minniti/Orlando rappresentano un attacco durissimo, la nostra isola sta diventando un lager, ogni giorno vediamo il nostro mare trasformarsi in un cimitero e le nostre città saranno presto dei grandi hotspot a cielo aperto, in cui ogni opposizione sociale sarà criminalizzabile.
Questo non ci spaventa e continueremo lotte e vertenze, piccole e grandi, per difendere spazi di libertà e garantire diritti, senza tregua, senza arretramenti.
Tuttavia, oggi, il nostro pensiero va a S., un giovane studente marocchino che non ha potuto respirare da uomo libero, perchè è ancora recluso nel Cie di Caltanissetta, senza alcuna colpa, senza aver compiuto alcun reato. S. aveva solo bisogno d'aiuto e di cure, ma lo Stato ha risposto con la repressione e la deportazione; S. ha dei diritti che sono stati ignorati perchè è straniero, doveva essere protetto ed è stato recluso e ora rischia la deportazione; S. dimostra che la legge ancora non è uguale per tutti.
Per questo, la Confederazione Cobas di Palermo, oggi, si unisce con forza all'appello lanciato dagli amici di S., chiede il suo immediato rilascio ed esige che vengano garantiti i suoi diritti fondamentali, primo tra tutti il diritto alla salute sancito dalla nostra Carta Costituzionale.