Oggi ancora più forte lo sciopero e il boicottaggio degli indovinelli Invalsi
Alle superiori, grazie al contributo rilevante degli studenti, nel 30% delle classi ridicolizzati gli insulsi quiz
A Roma sit-in al MIUR contro la scuola-quiz e la scuola-miseria
Lo sciopero e il boicottaggio degli indovinelli Invalsi hanno avuto ancor più successo oggi, nella giornata delle medie e superiori, rispetto a quelli già molto positivi realizzati il 6 e il 7 alle elementari. In particolare nelle superiori allo sciopero si è aggiunta l’attività capillare degli studenti, che hanno ridicolizzato in mille modi i quiz, annullandone ogni validità o impedendone l’effettuazione, e inficiando, insieme agli insegnanti, ogni credibilità dei risultati in circa il 30% della classi.
E a proposito di dati, è bene ricordare che quelli del MIUR riguardano solo un pugno di “classi-campione”, ove operano ispettori ministeriali, burocrati invalsiani e i docenti più collaborazionisti, che sono una goccia nel mare delle classi coinvolte, dove sciopero e boicottaggio hanno inciso in profondità. Oltretutto, in tante situazioni lo svolgimento dei quiz è stato permesso dagli abusi e dall’attività antisindacale, ripetutisi come il 6 e il 7, da parte di quei presidi-padroni, che anche oggi hanno minacciato insegnanti o sostituito gli scioperanti, cambiato gli orari dei quiz, accorpato classi; nonché grazie al disgustoso crumiraggio di vari insegnanti (?) che hanno sostituito colleghi/e in sciopero.
In varie città si sono svolte manifestazioni e sit-in; e in particolare a Roma abbiamo protestato davanti al MIUR, ricordando agli invalsiani che la stessa neo-presidente del carrozzone Anna Maria Ajello, ha ridicolizzato i quiz affermando:“Ho provato a leggere le domande del test di seconda elementare, in alcuni casi ho dovuto leggerle due volte prima di capire la domanda. Non è ammissibile, non si possono effettuare le prove sulla base di tranelli o furbizie”. Data questa auto-dichiarazione che seppellisce la scuola-quiz, e il rifiuto di massa manifestatosi anche oggi verso essa e la scuola-miseria, abbiamo diffidato la neo-ministra Giannini dal proseguire l’infausto tentativo di valutare scuole, docenti e studenti con gli indovinelli. Ma abbiamo anche manifestatocontro la generale politica scolastica che intende proseguire l’immiserimento materiale e culturale dell’istruzione pubblica. Altro che il “forte rilancio” annunciato dal nuovo Grande Imbonitore Renzi: il governo vuole realizzare la “piena eguaglianza” tra scuola privata e pubblica, tagliare un anno di scolarità e quindi un’altra cospicua parte di spese per l’istruzione pubblica (già ridotte del 30% negli ultimi 20 anni), cancellare gli scatti di anzianità e bloccare per altri sei anni contratti e salari. Dunque, come Cobas, abbiamo scioperato e manifestato ancheperché vengano restituiti a docenti ed Atagli scatti di anzianità e 300 euro mensili di aumento come parziale recupero del salario perso negli ultimi anni, per dire NO ai soldi alle scuole private, alla riduzione di un anno della scolarità, ai BES, alle classi-pollaio; per massicci investimenti nella scuola pubblica, per l’assunzione stabile dei docenti ed ATA precari e la definitiva garanzia del mantenimento del ruolo docente per gli “inidonei”, per il pensionamento immediato dei Quota 96.
Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS
13 maggio 2014