Rinnovo del Ccnl Gomma-Plastica:

pochi soldi; un giorno in più di lavoro; più flessibilità a favore delle aziende con l'orario medio annuale;

relazioni sindacali più rigide e accentrate.

All'ultimo rinnovo avevamo detto: "ai sindacati concertativi non gli riesce proprio di firmare un accordo che non peggiori le condizioni dei lavoratori". Con questa ultima firma siamo sempre su questa linea: gli aumenti sono lontani dal recuperare quanto abbiamo perso negli ultimi anni per una inflazione pur contenuta, le regole sono state ancora modificate a favore delle aziende, con ritocchi apparentemente piccoli, ma che in realtà danno più mano libera ai padroni e con una progressiva erosione della possibilità per i lavoratori di difendersi.

Vediamo i punti principali.

I SOLDI.  Il rinnovo decorre dall'8 gennaio 2014, quindi il 2013 è "anno bianco", non interessato dalle tranche di aumenti. A fronte di 1.150 euro medi (livello F) persi per l'inflazione dalla data dell'ultima firma del Ccnl (marzo 2010) il recupero si limita a due "una tantum" di 279 euro, una a febbraio 2014 e una tra più di un anno, nel febbraio 2015: meno della metà di quanto perso, quindi, dilazionate e - soprattutto - non per tutti: infatti le una tantum saranno corrisposte a tutto il personale in servizio al 1° gennaio 2014, ma in proporzione dei"mesi di servizio prestati nel 2013":non contano pertanto i mesi di cassa integrazione, chi è già stato penalizzato lo sarà una seconda volta. 

Per quanto riguarda gli aumenti a regime(tra un anno) saranno pari a quasi l' 8% circa del tabellare attuale; subito avremo un po' meno della metà (3,88% pari a 60 euro lordi per il livello F), a ottobre un altro 1% (15 euro per il livello F) e infine a gennaio 2015 un altro 3,17% (49 euro lordi, sempre per il livello F) ma attenzione: in caso di crisi aziendale questa ultima tranche di aumento potrà essere "differita" di tre mesi.

TEMPI DI LAVORO.  Un giorno di lavoro all'anno in più, a regime nel 2015, per tutte le turnazioni superiori ai 15 turni settimanali. Ma è soprattutto sull'orario flessibile, già normato nell'art.8 del Ccnl, che è avvenuta la maggiore estensione a favore delle aziende: da una parte, infatti, si stabilisce (comma 20) che il tempo di calcolo dell'orario medio di lavoro non è più di sei mesi ma si estende all'intero arco di un anno lavorativo, dall'altra che ulteriori deroghe rispetto alla flessibilità già prevista dai commi 7, 8 e 9 del medesimo art.8 (settimane di 48 ore ed eventuali recuperi con settimane di 32 ore) dovranno essere contrattate ma con tempi rigidi (massimo 25 giorni) per la stipula del relativo accordo. Il Ccnl non dice cosa succede se l'accordo non c'è, ma certo le aziende tenderanno a interpretare la clausola come un via libera al termine del tempo previsto dalla riscrittura del comma 9.

MANSIONARIO. Sempre più difficile farsi riconoscere una progressione in caso di polivalenza, polifunzionalità e comunque in ragione di una valutazione corretta delle mansioni assegnate, in quanto lo strumento pianificato in caso di disaccordo tra Rsu e azienda è il rinvio della problematica ad una Commissione Paritetica Nazionale, ben lontana dal luogo di lavoro e presumibilmente portata a ingabbiare gli spazi di contrattazione più che ad ampliarli.

TRATTAMENTO DI MALATTIA. Non vi è un peggioramento formale, le regole vengono precisate ma nel complesso non variano. Continua però ad esserci una nota a verbale che monitora le percentuali di assenteismo e prevede un confronto tra le parti in caso di crescita delle assenze  e, attenzione: ora si impone che questo confronto porti a condividere  iniziative (anche "di carattere economico", leggi penalizzazioni) volte a scoraggiare l'assenteismoentro 30 giorni. Anche qui, cosa succede se non si trova accordo, le aziende potranno sentirsi legittimate a dare giri di vite in proprio?

RELAZIONI SINDACALI. Del rimando a organismi nazionali e di ingabbiamenti abbiamo già detto, ma c'è anche una piccola variante sulle Rsu, che adesso non solo potranno ma "dovranno" costituire un esecutivo ristretto per confrontarsi con l'Azienda. Un altro omaggio alle aziende che vogliono discutere con pochi e in fretta, e a tutti coloro per cui la rappresentanza diretta degli interessi dei lavoratori non è un diritto ma un fastidio da avversare e comprimere.

In definitiva un rinnovo sempre in discesa, fatto all'insegna della crisi i cui costi gli estensori evidentemente ritengono debbano ancora essere pagati dai soliti noti, le lavoratrici ed i lavoratori.

Gennaio 2014

COBAS LAVORO PRIVATO - Confederazione COBAS

PER UNA SOCIETA' DEI BENI COMUNI

Una giornata di dibattito sul libro di Piero Bernocchi
OLTRE IL CAPITALISMO
Discutendo di benicomunismo, per un’altra società.

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