2011
26 gennaio sciopero nazionale autoferrotranviari di 24 ore
Contro i tagli delle risorse al trasporto pubblico locale
i processi di privatizzazione
Per una mobilità sostenibile collettiva…bene comune
Dare soluzione ai problemi di impatto ambientale ed energetico
Difendere i diritti, il lavoro, il reddito e la dignità dei lavoratori e per un ccnl che è ormai scaduto da 2 anni
Promosso da Cobas del Lavoro Privato, USB Lavoro Privato e Slai Cobas dopo la mobilitazione del 10 dicembre 2010, visto che sta avvenendo ciò che si temeva: un 2011, aperto all’insegna di una serie di aumenti, rincari generalizzati e di attacchi ai diritti dei lavoratori, che si preannuncia come un anno di lacrime e sangue.
VERSO LO SCIOPERO DEL 28 GENNAIO… ASSEMBLEA STUDENTI-LAVORATORI 25 GENNAIO ORE 17 Università La Sapienza di Roma
25 GENNAIO ORE 17 UNIVERSITA' LA SAPIENZA DI ROMA FACOLTÀ DI MATEMATICA AULA 1
PARTECIPANO OPERAI FIOM MIRAFIORI, OPERAI COBAS POMIGLIANO
appello assembleaUNIVERSITA'.doc 26,00 kB
MANIFESTAZIONI DEL 28 GENNAIO
Le manifestazioni promosse dai COBAS si svolgeranno a
ROMA (pz. della Repubblica h. 10),
TORINO (Porta Susa h. 9),
CAGLIARI (pz. Giovanni XXIII h. 10),
PALERMO ( pz. Politeama h. 9.30),
BARI (pz. Castello h. 9),
FIRENZE (pz. S. Marco h. 9),
NAPOLI (Pomigliano Circumvesuviana Vecchia, h. 10),
SALERNO (pz. Ferrovia h. 9.30),
GENOVA (pz. Caricamento h. 9),
TRIESTE (pz. della Borsa h. 10),
LIVORNO (pz. Cavour h. 9),
PADOVA (Stazione FF.SS. h. 9)
POTENZA (S. Nicola di Melfi, Fiat-Sata, h. 9.30),
LANCIANO (Chieti) (P. Plebiscito, h.10)
TERNI (piazza Tacito h. 9).
SIRACUSA presidio itinerante presso i cancelli delle aziende industriali di Priolo, Melilli e Augusta
28 GENNAIO SCIOPERO GENERALE
LAVORATORI E STUDENTI IN PIAZZA
LA CRISI SIA PAGATA DA CHI L’HA PROVOCATA
Il 28 gennaio, insieme ai metalmeccanici, sciopereranno e manifesteranno tutte le categorie del lavoro dipendente pubblico e privato (ad eccezione dei trasporti urbani che scioperano il 26) e nella scuola e nelle Università -oltre a docenti, Ata e personale amministrativo- bloccheranno le attività gli studenti protagonisti della rivolta anti-Gelmini dei mesi scorsi.
I COBAS hanno infatti esteso a tutti i lavoratori e le lavoratrici lo sciopero che la Fiom aveva indetto per i soli metalmeccanici, dopo aver inutilmente cercato di farlo generalizzare anche dalla Cgil che si è seccamente rifiutata per timore dell’estensione della lotta contro l’arroganza padronale e governativa
E’ uno sciopero contro quel potere economico che ha trascinato l'Italia nella più grave crisi del dopoguerra, e che, invece di pagare per la sua opera distruttiva, cerca di smantellare ciò che resta delle conquiste dei salariati/e e dei settori popolari; contro il governo Berlusconi che, aggravando le politiche liberiste del precedente governo Prodi, ha cancellato centinaia di migliaia di posti di lavoro nelle fabbriche e nelle strutture pubbliche (a partire dalla scuola: 140 mila posti in meno ed espulsione in massa dei precari), imposto catastrofiche "riforme" della scuola e dell'Università, bloccato i contratti nel Pubblico Impiego e sequestrata la contrattazione e i diritti lavorativi e sindacali con il decreto Brunetta; contro un padronato parassitario e reazionario, che, guidato dal capo-banda Fiat Marchionne, va all’assalto di ciò che resta dei diritti dei salariati.
CENTINAIA DI MIGLIAIA IN PIAZZA CONTRO L’ARROGANZA PADRONALE E GOVERNATIVA
Tra i miasmi postribolari che esalano dai palazzi del Potere, centinaia di migliaia di lavoratori/trici e studenti oggi hanno portato nelle strade di decine di città italiane una ventata di aria fresca, di ribellione e protesta contro l’arroganza padronale e governativa.
Nel quadro dello sciopero generale convocato dai COBAS (con partecipazioni significative soprattutto nella scuola, con medie del 25% nelle principali città, ma positive anche nella Sanità, in vari settori del Pubblico Impiego, alla Telecom, alle Poste, a cui si aggiunge il notevole successo dello sciopero dei trasporti urbani, tra il 50 e il 90% nelle principali città, anticipato a due giorni fa) e di quello convocato per i metalmeccanici da Fiom, COBAS e altri sindacati di base (con partecipazioni fino al 70-80% nelle province più significative), lavoratori/trici del lavoro pubblico e privato, insieme a tanti studenti medi e universitari, hanno oggi manifestato per dire al Paese e al mondo che l’Italia non è quella orripilante e grottesca realtà disegnata dalle ultra-corrotte contorsioni di un potere senza freni né limiti istituzionali, politici, morali e culturali.
In particolare come COBAS abbiamo svolto 16 manifestazioni, a ROMA, dove si è registrata la presenza più rilevante con circa 15 mila lavoratori/trici, studenti e migranti per le vie del centro, TORINO, CAGLIARI, PALERMO, FIRENZE, TERNI, BARI, NAPOLI-Pomigliano, SALERNO, GENOVA, TRIESTE, LIVORNO, POTENZA, PADOVA, LANCIANO, SIRACUSA. In tutti i cortei e nei comizi finali, si è sottolineato il senso dello sciopero: difendere gli operai aggrediti dall’arroganza di un padronato paras- sitario e reazionario, incapace di innovare e di ideare, voglioso di ridurre i salariati a “neo-schiavi” con retribuzioni da Terzo Mondo, e che vorrebbe estendere l’Accordo-Vergogna di Mirafiori a tutto il mondo del lavoro; salvare una scuola e una Università massacrate da tagli pesantissimi a posti di lavoro e finanziamenti; opporsi alla precarizzazione dilagante del lavoro e della vita; riconquistare redditi e pensioni adeguate, occupazione, i servizi sociali e beni comuni, i contratti nazionali, sbloccando quelli del Pubblico Impiego, e diritti sindacali, espropriati dai sindacati concertativi e negati a milioni di lavoratori, ai COBAS e al sindacalismo di base.
Forte è stata la richiesta di potenziamento ed estensione di quel fronte sociale che oggi abbiamo iniziato a mettere in campo e che deve rovesciare la politica del padronato e del governo, facendo pagare la crisi a chi l’ha provocata e ne ha tratto profitti, e non ai settori più disagiati e indifesi della società, smascherando anche la finta "opposizione" parlamentare e i sindacati collaborazionisti. Molte critiche sono state rivolte dai manifestanti al rifiuto, da parte della Fiom, di arrivare ad iniziative comuni nelle varie città con i COBAS e il sindacalismo di base. Da tutte le piazze è venuta la richiesta di nuove giornate di lotta comune, per arrivare in tempi ragionevolmente rapidi ad una nuova scadenza di sciopero generale con un fronte di protesta ancora più ampio e con una unità d’azione superiore a quella messo in campo oggi, scavalcando veti e divieti e prendendo atto che il silenzio della segretaria generale Cgil Camusso, ieri a Bologna davanti alla richiesta Fiom di convocazione Cgil dello sciopero generale, è il definitivo rifiuto da parte di chi non ha alcuna intenzione di giungere davvero ad uno scontro con il potere economico e politico.
LA CRISI VA PAGATA DA CHI L’HA PROVOCATA
Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS
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