Roma e Lazio
Le cooperative sociali nei servizi pubblici
Il caso Frosinone
AMA di Roma
DELIRANTI LE DICHIARAZIONI DI IGNAZIO MARINO
A seguito dei deliranti attacchi del sindaco Ignazio Marino nei
confronti dei lavoratori di Ama nulla é stato fatto per quel
radicale cambiamento che tutti i cittadini auspicavano. E’ fin
troppo facile lanciare a mezzo stampa accuse false nei
confronti dei lavoratori.
L’incapacità manageriale dell’Ama, nel non saper gestire la
trasformazione industriale si sta trasformando in una
caporetto per il Sindaco e la sua giunta :
ROMA CAPITALE...IN AFFITTO
Roma Capitale gode di un considerevole patrimonio immobiliare composto da 59.422 beni di proprietà.
Tra questi beni vi rientrano strade, risorse archeologiche e monumentali, ville e parchi, cimiteri, mercati,
edifici scolastici e così via; vi sono anche 43.053 beni di edilizia residenziale (di cui 42.455 sono destinati
ad alloggi popolari), 1.789 edifici per usi vari e 598 beni ad uso non residenziale. Da questo ingente
patrimonio, ovviamente al netto dell’edilizia popolare o dei beni culturali (per i quali varrebbe un
ragionamento a parte), il Comune di Roma riesce a trarre entrate piuttosto scarse a causa della cronica
difficoltà ad esigere e riscuotere canoni dai locatari.
D’altra parte, però, l’Amministrazione ha bisogno di molti spazi per ospitare i propri uffici e, non
potendo o volendo sfruttare pienamente il proprio patrimonio, si rivolge a grandi società immobiliari
per avere in uso un’altrettanto considerevole quantità di stabili in locazione. Mettendo dunque a
confronto le due voci – fitti attivi e fitti passivi – emerge un evidente squilibrio tra i 14 milioni riscossi
per gli affitti attivi e i 57,2 milioni di euro spesi per affittare da terzi immobili utilizzati per gli uffici
comunali e le sedi istituzionali.
Non riuscendo ad assicurare la rendita e l’impiego per scopi produttivi del proprio patrimonio,
l’Amministrazione Capitolina, stretta nelle maglie del patto di stabilità e del piano di rientro dal debito,
ha recentemente deciso di vendere le proprietà pubbliche e, parallelamente, ha concluso la procedura
relativa al faraonico progetto di ricollocazione delle sedi di Roma Capitale, attraverso l’aggiudicazione
definitiva alla Astaldi Spa di un “contratto di disponibilità” riguardante la messa a disposizione dei locali
per il c.d. Campidoglio 2, a fronte di un corrispettivo a favore del concessionario di € 516.345.381,10,
per un periodo complessivo di 25 anni.
Con una memoria di giunta del febbraio 2014, è stato inoltre stimolato l’avvio di un “Progetto di Ente”,
divenuto poi obiettivo della dirigenza, consistente nella riorganizzazione e razionalizzazione delle sedi
degli uffici dell’Amministrazione Capitolina. Tale obiettivo è stato tradotto nel proposito di dismettere
le sedi condotte in regime di affitto (passivo), procedendo preliminarmente ad una sorta di ricognizione
delle esigenze degli uffici in ordine alle tipologie e alla quantità di locali necessari ed effettivamente
disponibili. Fin qui tutto bene. I problemi sono sorti quando, agli obiettivi di riduzione della spesa,
sono state anteposte le esigenze di nuovi spazi avanzate da qualche assessore, cui si sono poi sommate
una serie di irrazionalità dettate dall’urgenza di raggiungere, in qualunque modo, il traguardo della
riorganizzazione degli uffici.
Le dismissioni dei fitti passivi si sono pertanto trasformate in una procedura burocratica piuttosto
contorta e opaca, per effetto della quale dall’iniziale esigenza di razionalizzazione si è arrivati, in assenza
di una strategia comunicativa efficace e del budget necessario per le costose operazioni di trasloco, a
programmare e ordinare convulsamente il trasferimento di varie sedi di uffici, trascurando l’obiettivo
principale della chiusura dei rapporti di locazione in regime di fitto passivo
Per fare degli esempi, è stato programmato il cambiamento di sede di una serie di uffici da uno stabile
in affitto all’altro (da Via delle Vergini a Largo Loria, da Largo Loria a Via Ostiense, da Viale Pasteur a
Prendono il via i lavori per il nuovo impianto sportivo di Roma.
A quanto pare, a breve, partiranno i lavori di un nuovo impianto “sportivo” nei pressi dello stabilimento Ama di Ponte Malnome: dovranno attendere i tifosi della Roma, la questione non riguarda il loro stadio, ma quello che si prospetta è un “sorciodromo temporaneo”, dove in pista sfrecceranno ratti di ogni genere. Ma ad intimorire non è solo il povero animale, ma è l’aggettivo utilizzato che, casualità, in questo Paese e particolarmente in questa città, spesso si trasforma in “definitivo”.
Comune di Roma
Sulla vertenza sul salario accessorio
BASTA OUTSOURCING!!! INTERNALIZZAZIONI SUBITO!
I lavoratori e le lavoratrici dei call center in outsourcing hanno subito nel corso degli anni continui peggioramenti sia a livello normativo sia livello retributivo.
Nel corso dei vari rinnovi del CCNL, sempre a perdere, hanno visto peggiorare le loro condizioni di lavoro: massima flessibilità di orari, part-time obbligato, ROL comandati, ecc. Gli aumenti salariali contrattuali non hanno minimamente coperto l’aumento del costo della vita condannando i lavoratori del comparto a salari da fame
Lettera aperta al Ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan
Egregio Ministro,
leggiamo con stupore dell’indagine avviata dalla Procura della Repubblica e della fuga di notizie relative ad atti legislativi, a seguito di una vostra denuncia.
La mobilitazione del coordinamento esternalizzati della sanità del Lazio
La scadenza di venerdì 11/4 alla REGIONE LAZIO ha raggiunto questi obiettivi:
- una partecipata mobilitazione del coordinamento esternalizzati di varie aziende laziali (Sant’Andrea, IFO, San Filippo, Spallanzani, Policlinico, ASL RMD-Ostia, San Giovanni);
- un imposto incontro con la cabina di regia e rappresentanti della regione;
- la convocazione per il 6/5 alla Pisana del Coordinamento con la commissione Salute della regione per una audizione pubblica sulla tragica situazione della sanità pubblica e dei lavoratori esternalizzati;
- la riconvocazione del tavolo regionale entro la metà di maggio
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