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CESP-RETE DELLE SCUOLE RISTRETTE VI GIORNATA NAZIONALE DEL MONDO CHE NON C’E’
9-10 luglio 2021- Festival dei Due Mondi - Spoleto
Il Telefono Viola ammesso come parte civile al processo per la morte di Mattia Giordani. I COBAS sostengono l’associazione
Venerdì 21 maggio, si è svolta a Pisa la prima udienza per la morte di Mattia Giordani, il giovane ventisettenne di Calci (PI) che nel 2018 rimase soffocato per un blocco della glottide, causato dall'uso massiccio di psicofarmaci somministratigli dagli psichiatri della Stella Maris, farmaci che avevano già in precedenza causato episodi di soffocamento, senza che i genitori ne fossero a conoscenza.
ABBIAMO SCIOPERATO E MANIFESTATO PER SANIFICARE LE SCUOLE DALL'INVALSI...E PER RISPONDERE AL "LUNARE" MINISTRO BIANCHI
Oggi abbiamo scioperato contro i quiz Invalsi nella Scuola Primaria e manifestato in varie città, con il sostegno della coalizione Priorità alla scuola, perché, come sosteniamo fin dall'apparire di questa "americanata", riteniamo inutili e dannosi i quiz, con l'aggravante quest'anno del grottesco mantenimento dell'impianto malgrado la pandemia e il fatto che gli alunni/e hanno perso tanti mesi di scuola vera, lasciati in balia di quel pessimo surrogato che è la didattica a distanza, e richiamati in presenza solo per svolgere i quiz, evidentemente ritenuti più importanti della didattica quotidiana.
Invece di lavorare perché nel prossimo anno scolastico si possano frequentare regolarmente le lezioni (abolizione delle classi pollaio, assunzioni di Docenti e ATA, investimenti nell’edilizia scolastica e potenziamento dei trasporti) il Ministero ci ha riproposto l'inaccettabile rito, ora ancor più assurdo e surreale di sempre. Per dire cosa? Che gli studenti sono indietro con gli apprendimenti? Che il divario degli apprendimenti si è ulteriormente allargato a seconda delle famiglie di provenienza? Contro tutto questo hanno protestato oggi a gran voce alcune migliaia di docenti, Ata, genitori (molti/e dei quali non hanno mandato i figli a scuola a fare i quiz) e bambini/e della Primaria che hanno scioperato e sono scesi in piazza in varie città italiane.
ELIMINIAMO IL VIRUS INVALSI DALLA SCUOLA ITALIANA
Il 6 maggio sciopero COBAS nella Primaria
Nonostante la pandemia, nonostante le attività scolastiche siano state svolte con quel surrogato di cattiva qualità che è la DAD o abbiano proceduto a singhiozzo e in condizioni tutt’altro che normali (continue quarantene di docenti e studenti), il rito dei quiz Invalsi continua anche nell’anno della pandemia. Il Ministero ha cancellato le prove dalle classi seconde delle superiori, ma ha deciso di mantenerle alla primaria, alle medie e in quinta alle superiori. Abbiamo dovuto assistere a studenti prima lasciati in DAD per un anno e mezzo e poi richiamati in presenza solo per svolgere i quiz evidentemente ritenuti dal Ministero molto più importanti della didattica quotidiana.
Il 6 maggio sciopero COBAS nella Primaria per una moratoria dei quiz Invalsi e una ridiscussione del sistema di valutazione della scuola
Nei giorni scorsi il ministro Bianchi ha preso la decisione di annullare per quest'anno le prove standardizzate Invalsi nelle classi seconde delle scuole secondarie di secondo grado. La decisione prende atto della difficile situazione delle scuole e del tormentato anno didattico che è stato vissuto con grande fatica da studenti, insegnanti e genitori, rendendo decisamente fuori luogo la somministrazione di test come se tutto fosse come due anni fa. E' evidente che le prove che sono state elaborate per raccogliere dati in una situazione di normale didattica non possono essere ragionevolmente proposte nel contesto presente. Se però appare assennata e condivisibile la decisione per queste classi, risulta francamente incomprensibile la conferma contestuale di tutte le altre prove Invalsi, quelle rivolte ai maturandi, agli studenti delle scuole secondarie di primo grado, alle bambine e ai bambini di quinta e seconda elementare. Da una parte osserviamo una presa d'atto della drammaticità dell'emergenza che la scuola italiana sta vivendo, ma allo stesso tempo risulta evidente un'ostinazione burocratica a confermare nei marosi della pandemia i rigidi assolvimenti della scuola pre-pandemica.
NO al Recovery Plan, SI al Recovery PlanET: il 26 aprile i COBAS in piazza con la Società della Cura in tante città
A Roma a P. Montecitorio (ore 15)
“Bisogna riassaporare il gusto del futuro” ha detto Draghi illustrando il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per l'accesso ai 200 miliardi del Next Generation Eu. Il “futuro”, di cui parla Draghi, può mai essere accettato quando sappiamo che è stato disegnato da un piccolo gruppo di “esperti”, e che viene presentato al Parlamento cinque giorni prima del suo invio all'Unione Europea, senza nessun coinvolgimento della società? La risposta è ovviamente un secco NO: non c'è futuro senza una democrazia reale e partecipativa, nella quale tutti/e concorrano a decidere quale modello di società è il più utile e necessario.
Successo dello sciopero COBAS Scuola e TPL, più di 10 mila in piazza in 67 città, forte monito al governo Draghi: riaprire dal 7 aprile tutte le scuole!
Non era per nulla facile scioperare – data la soffocante situazione pandemica - nella Scuola e nel Trasporto pubblico locale, e ancor meno portare in piazza in 67 città, di cui tante in “zona rossa”, più di 10 mila persone, nella giornata di protesta promossa dai COBAS, da Priorità alla scuola e dal Coordinamento nazionale precari e sostenuta anche dalla Società della Cura e dal Forum dei movimenti per l’Acqua: ma ci siamo riusciti! E, oltre alle piazze, è andato ben meglio del prevedibile anche lo sciopero, pur se al momento è difficile conteggiare gli scioperanti della DAD. E’ la dimostrazione che fummo facili profeti quando all’avvento di Draghi, presentato come risolutore dei drammi sanitari ed economici non risolti dal governo Conte-bis, prevedemmo che a breve ci saremmo ritrovati le stesse precarietà, inefficienze e disorganizzazioni del precedente governo. Ciò che ha alimentato il nostro sciopero e le manifestazioni con la presenza di tanti lavoratori/trici, genitori, studenti, è il fatto che nessun cambiamento di rotta significativo si è visto. Sul fronte della pandemia, la sconcertante gestione della vicenda AstraZeneca ha frenato le vaccinazioni e diffuso ulteriori paure; e, insieme alle dichiarazioni che anche i vaccinati dovranno effettuare la quarantena nel caso di contatti con un “positivo” e che “non c’è sicurezza di una protezione completa rispetto alle possibili varianti del virus”, ha confermato che la vaccinazione non cancellerà la pandemia nel giro di due o tre mesi.
26 MARZO SCIOPERO NAZIONALE SCUOLA E TRASPORTO PUBBLICO LOCALE CON MANIFESTAZIONI CITTADINE (a Roma P. Montecitorio ore 10)
Siamo stati facili profeti quando, all’avvento in pompa magna di Draghi, presentato come il risolutore di tutti i drammi sanitari ed economici non risolti dal precedente governo Conte-bis, prevedemmo che a breve ci saremmo ritrovati, malgrado il Recovery Plan, di fronte alle stesse precarietà, inefficienze e disorganizzazioni del precedente governo. A tutt’oggi nessun cambiamento di rotta significativo si è visto. Sul fronte della pandemia, la sconcertante gestione europea nella vicenda AstraZeneca ha diffuso paure che non scompariranno presto; e, insieme all’annuncio che anche i vaccinati dovranno effettuare la quarantena nel caso di contatti con un “positivo” perché “non c’è sicurezza di una protezione completa rispetto alle possibili varianti del virus”, conferma che il tentativo di risolvere tutti i problemi con la vaccinazione di massa non porterà comunque alla risoluzione della pandemia nel giro di due o tre mesi.
26 MARZO SCIOPERO NAZIONALE DELLA SCUOLA CON MANIFESTAZIONI LOCALI (a Roma, P. Montecitorio, ore 10)
Il nostro Recovery Plan: riduzione alunni/e per classe; aumento organici e assunzione precari/e; massicci investimenti per l’edilizia scolastica
Le rivendicazioni sono le stesse degli anni dell’austerità, ma oggi non sono più gli anni dei tagli, la politica economica ha cambiato segno: la spesa pubblica aumenta in deficit e si rendono disponibili ingenti risorse. Il conflitto politico che si apre è sulla destinazione di queste risorse, in cui Scuola, Sanità e Trasporti saranno capitoli di spesa decisivi. Per questo è urgente porre all’ordine del giorno una visione diversa ed alternativa alla gestione pre-Covid: durante la pandemia sono infatti tragicamente emerse precarietà, inefficienze e disorganizzazioni, conseguenze delle privatizzazioni e del progressivo smantellamento dello Stato sociale.