2011
Il movimento altermondialista italiano dopo il successo di Genova 2011 si dà appuntamento a Roma il 4 settembre per l'Assemblea della Rete italiana per il FSM, sulla base della mozione finale dell'Assemblea Internazionale del 24 luglio a Genova
DICHIARAZIONE FINALE COMUNE
GENOVA 2011 “Loro la crisi – Noi la speranza”
Assemblea internazionale 24 luglio
La rete italiana verso il FSM nel Maghreb-Mashrek si incontra il 4 settembre a Roma
Noi, partecipanti a Genova 2011 “Loro la crisi- Noi la speranza” riuniti nell’assemblea internazionale del 24 luglio, dopo la grande manifestazione di ieri, ci impegniamo a costruire insieme il percorso che ci porterà al Forum Sociale Mondiale del 2013 che si terrà nella regione Maghreb-Mashrek.
Per la prima volta, i movimenti, gli attori sociali, gli attivisti e le comunità di tutto il mondo si riuniranno nella nostra comune regione mediterranea, ospiti delle rivoluzioni della dignità.
Il Forum e il suo processo di costruzione ci offrono una straordinaria occasione di convergenza nazionale e internazionale per rafforzare il campo di forze e delle alleanze necessari a una vera alternativa alla crisi globale, fondata sulla radicalizzazione della democrazia e dei diritti, sul rifiuto di ogni guerra, su un altro modo di produrre, di vivere, di consumare, di convivere, capace di respingere al mittente le devastanti ricette anticrisi imposte dai poteri dominanti.
La devastante manovra economica di agosto
Eravamo appena rimasti “tramortiti” dalla manovra ultima di luglio che è arrivata, ben più pesante, quella di agosto.
Per andare incontro alla crisi finanziaria internazionale, al crollo delle borse, ai diktat dei banchieri e delle grandi imprese e su ordine espresso della BCE, il ministro Tremonti, Berlusconi e il governo, con l’obiettivo del fatidico pareggio di bilancio, hanno partorito una manovra-monstre che è di 25,7 miliardi nel 2012 sino ad arrivare nel 2013 a 49,8 miliardi di euro, suscitando la condivisione dei vertici economici europei, il “”grande apprezzamento” della cancelliera tedesca Merkel, la sottoscrizione del decreto del Presidente Napolitano e il nullismo politico della sedicente “opposizione” parlamentare, con gli annessi sindacati governativi.
La manovra è una babele di tagli generalizzati a partire dai 6 miliardi nel 2012 e di 2,5 nel 2013 nei Ministeri sino ai 6 miliardi nel 2012 e di 3,5 nel 2013 negli Enti Locali.
LA CRISI VA PAGATA DA CHI L'HA PROVOCATA
Con le “piazze indignate” verso la manifestazione nazionale del 15 ottobre
La protesta contro la manovra economica non si ferma. Da lunedì 12 settembre alle 15.00 a mercoledì 14, tutti/e in piazza a Montecitorio!
La devastante manovra economica del governo Berlusconi-Tremonti-Napolitano è il culmine di tre anni di attacchi alle condizioni di vita e di lavoro dei salariati/e e dei settori più deboli della società. Avevamo detto: "Noi la crisi non la paghiamo" e invece sono proprio le fasce più disagiate ad pagarla mentre coloro che l'hanno provocata, i grandi gruppi finanziari e industriali, sono stati sostenuti dai principali Stati europei che per questo hanno dissanguato le casse pubbliche. Essendo l'attacco generalizzato e continentale, la risposta va sviluppata a livello europeo e in ogni paese deve coinvolgere tutti i settori popolari colpiti. In Italia la manovra é condivisa nella sostanza da governo e opposizione, Confindustria e sindacati concertativi, Napolitano e Draghi. Le polemiche riguardano i dettagli: ed è stato addirittura il PD a denunciare la "pochezza" della precedente manovra che rinviava il grosso dei tagli al 2013-4, chiedendo che essi venissero operati tutti subito. La manovra avrà tempi parlamentari rapidi ma sarà una manovra-monstre permanente, su cui rimetteranno mano ogni volta che i "mercati" vorranno altro sangue popolare.
A manovra permanente va contrapposta lotta permanente, raccordata a livello europeo e coinvolgente non solo i lavoratori/trici "stabili", ma il vasto mondo del precariato, gli studenti, i giovani senza lavoro, il popolo che ha difeso i beni comuni trionfando ai referendum e quello della Val di Susa e gli altri che lottano contro gli scempi ambientali, e tutti i settori disagiati colpiti. L'Italia deve seguire i grandi esempi delle piazze "indignate" egiziane e tunisine, spagnole e greche, cercando un raccordo europeo di massa, di grande visibilità e impatto politico in difesa dei beni comuni, dei salari, dei servizi sociali, con un messaggio unificato, "La crisi va pagata da chi l'ha provocata": e stavolta sul serio.
Le valutazioni dell'esecutivo nazionale della Confederazione Cobas riunitosi il 10 e 11 settembre a Roma
...Nel quadro della mobilitazione contro la manovra e la crisi, l’EN ribadisce che tale protesta, oltre a dover essere sempre più incisiva e cercare di divenire davvero di massa, non ha, per così dire, date di scadenza e proseguirà in forme e modalità differenziate. L’attacco ai settori popolari e agli strati sociali più deboli ed indifesi si protrarrà nel tempo e a lungo. Dopo la fiducia parlamentare su questa manovra, già si annuncia una ulteriore macelleria sociale, incentrata sulle pensioni, con l’intenzione di abolire quelle di anzianità, innalzando ulteriormente l’età pensionabile fino a 70 anni. Dunque, “a manovra permanente lotta permanente” deve essere il nostro orientamento, al di là dei tempi di approvazione parlamentare di questa fase della manovra. In tal senso, oltre a vedere la giornata del 15 ottobre come un punto cruciale di potenziamento delle proteste in Italia in Europa e non come un punto di arrivo, invitiamo tutta l’organizzazione a lavorare nelle varie sedi per costruire luoghi unitari di discussione e di lavoro per il 15 che puntino a durare e a divenire stabili, un po’ sul modello di Roma Bene Comune e analoghe aggregazioni che si vanno determinando in questi giorni in numerose città. E nel contempo, l’EN ricorda che un importantissimo appuntamento a livello europeo, la protesta contro il G20 che verrà effettuata tra il 1 e il 4 novembre a Nizza-Cannes, coinvolgerà la nuova struttura unitaria costituita a partire da Genova 2011 – le cui giornate di lotta e di discussione abbiamo valutato estremamente positive per il rilancio dell’altermondialismo italiano, così come il contributo Cobas ad esse -, la Rete Italiana del FSM che cercherà di organizzare al meglio la partecipazione unitaria italiana all’anti-G20 in Francia...