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Video TG 3 Lazio sciopero 12 settembre appalti Sanità
Servizio del TG3 LAZIO sullo sciopero convocato il 12 settembre e che ha visto una manifestazione con centinaia di lavoratori e lavoratrici sotto la Regione Lazio in concomitanza al Consiglio
https://www.youtube.com/watch?time_continue=35&v=fGZdCXbAzMo
L'11 SETTEMBRE UNA GRANDE GIORNATA DI LOTTA DEL PRECARIATO DELLA SCUOLA
IL 21 OTTOBRE A NAPOLI ASSEMBLEA NAZIONALE PER DECIDERE COME PROSEGUIRE LA LOTTA PER UN LAVORO STABILE E ADEGUATAMENTE RETRIBUITO
L'11 settembre, dalle 9 fino a pomeriggio inoltrato, migliaia di precari/e hanno manifestato davanti a Montecitorio in occasione del dibattito parlamentare sul Decreto Milleproroghe. In tale decreto era prevista una misura che riconosceva il diritto dei/delle precari/e abilitati/e ad essere inseriti/e in una graduatoria per la progressiva assunzione in ruolo.
11 settembre, il precariato della scuola in piazza per il riconoscimento del diritto ad un lavoro stabile e adeguatamente retribuito
A Roma, manifestazione unitaria al Parlamento, P. Montecitorio, dalle 9 alle 14
L’emendamento al decreto “mille proroghe” , approvato dal Senato il 3 agosto scorso, offre al l’intero movimento dei/delle precari/e della scuola l’occasione per ritrovare la compattezza e l’unità purtroppo mancata spesso in passato e fondamentale per vincere la battaglia per il riconoscimento del diritto ad un lavoro stabile e adeguatamente retribuito. Tale emendamento può essere oggetto di diverse critiche, ma riteniamo che possa costituire un primo passo verso l’affermazione di tale diritto.
11 SETTEMBRE MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA
DIRITTO AL RUOLO
Per una ripresa delle lotte dei precari
Nel 1989 la legge 417 riconosceva per la prima volta, dopo anni di lotte dei precari, il diritto all'immissione in ruolo attraverso l'istituzione di una graduatoria di docenti in possesso di abilitazione e di 2 anni di servizio.
Comunicato sul seminario CESP di Spoleto
ARTE- ISTRUZIONE-CULTURA
NELLA TERZA EDIZIONE
della GIORNATA NAZIONALE DEL MONDO CHE NON C’E’
(Casa di Reclusione di Maiano-Spoleto, 6-7-8 luglio 2018)
SI CONFERMA LA CENTRALITA’ DEI PERCORSI
DEL CESP/RETE DELLE SCUOLE RISTRETTE NELL’ESECUZIONE PENALE
IL 6 LUGLIO alle ore 10 PRESIDIO A MONTECITORIO
Le Maestre/i diplomate/i magistrali (DM) in lotta chiedono un incontro urgente al Miur e alla VII Commissione della Camera e del Senato
Sul sito del Governo si annuncia l'intenzione di utilizzare il comma 1 dell'art. 14 della legge 669/1996, che consente l'applicazione esecutiva di sentenze alle Pubbliche Amministrazioni nel tempo di 120 giorni, per la situazione delle maestre /i DM. Di fatto si parla di congelamento perché non viene presa nessuna decisione ma si sposta il problema in avanti di 4 mesi e questo anche per i docenti di ruolo che da questa disposizione non hanno nulla di garantito. La motivazione è che si cerca di “studiare” un provvedimento consono, atto a risolvere l'intricata questione delle maestre/i DM che da anni garantiscono il funzionamento della scuola ma allo stato attuale non hanno alcuna prospettiva di immissione in ruolo.
SENTENZA MASTROGIOVANNI
LA CASSAZIONE il 20 giugno 2018 CONDANNA MEDICI E INFERMIERI
(ma solo per sequestro di persona)
Il nostro pensiero va a Franco e a tutte le vittime
morte a causa del Trattamento Sanitario Obbligatorio
Il Telefono Viola continua la propria battaglia contro l’aberrante residuo manicomiale
PROSEGUE LA LOTTA DELLE MAESTRE/I DIPLOMATE MAGISTRALI
Mercoledì 20 giugno trenta maestre/i diplomate/i magistrali hanno partecipato al presidio organizzato dai COBAS a Montecitorio. Oltre a maestre/i di Roma hanno partecipato al sit-in delegazioni di Pisa e Bologna. Dalle 10 alle 13 si sono alternati interventi, slogan e canti per riaffermare le ragioni della lotta che ininterrottamente prosegue da 6 mesi. Sono intervenuti al presidio parlamentari di diverse forze politiche: Alessandro Battilocchio e Maria Spena di Forza Italia; Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali; Veronica Giannone, Maria Pallini e Jessica Costanzo del Movimento 5 Stelle.
Contro il governo reazionario guidato da Salvini
Crolla il bluff “né di destra né di sinistra, né fascisti né antifascisti” dei 5 Stelle: è un governo reazionario, xenofobo, razzista, sessista e omofobo, quello di fatto guidato da Salvini.
Hanno tuonato per anni contro i presidenti del Consiglio non eletti e poi hanno installato un “signor Nessuno” senza alcuna autonomia; avevano strepitato contro gli accordi tra Renzi e Berlusconi e hanno stipulato un “contratto” tra partiti che si sono demonizzati per anni; avevano strillato per gli “inciuci” contro il popolo sovrano, ed hanno incollato al governo due partiti presentatisi agli elettori in schieramenti contrapposti. Ma questo sarebbe solo l’ennesima dimostrazione dell’ultrasecolare trasformismo italico, se poi il tutto non si fondasse sul programma della Lega, forza dominante di un governo che, oltre a storici rappresentanti della “casta” come Savona, Moavero e Tria, propone figure di bassissimo profilo che dovranno eseguire il programma di una formazione reazionaria, in perfetta sintonia con l’ultra-destra di Le Pen, Orban, dei governi polacchi ed austriaci.